Una balconata sulle Alpi: il sentiero delle cappelle da Cigliè, che si snoda sulle colline dell’Alta Langa monregalese, toccando anche il Sacrario partigiano di San Bernardo, gita consigliabile nelle belle giornate invernali. La visuale si apre dalle Alpi Liguri fino al massiccio del Monte Rosa. Il percorso si snoda tra strade poco trafficate e sentieri. Rocca Cigliè, posta di fronte al fiume Tanaro, a quota 549 m, fu detta Rupes Ciliarii appunto per la sua collocazione topografica. Rupes (rupe) e cilium (ciglio), quindi rocca su un alto ciglio.
Accesso
Il paese si raggiunge uscendo dalla Torino-Savona a Mondovì Ovest, poi per la strada SP12 e quindi per la SP196: raggiunto il piccolo abitato, dopo il castello vicino alla chiesa parrocchiale ci sono due parcheggi.
Itinerario
Di fronte all’entrata della chiesa c’è una artistica tavola di orientamento, un buon punto per la partenza dell’itinerario.
Da lì si scende su via Capris, la strada percorsa in precedenza che attraversa il paese.
Dopo la breve discesa dalla chiesa si svolta a destra e si va verso nord tra le case, in leggera discesa, verso la Cappella di San Sebastiano. Da lì si segue la strada che scende sempre a destra in direzione di Montiglio. Si noteranno nel percorso diversi vigneti, i terreni sono caratterizzati da depositi morenici e da marne calcaree ed arenacee, e son adatti a vitigni di climi freddi idonei a produrre vini bianchi e spumanti. In particolare Chardonnay e Riesling.
Alla curva sottostante, con di fronte, in alto, una grande stalla, si va a destra e ci si trova nel punto con il minore valore altimetrico di tutto il percorso. Più avanti si tralascia la deviazione a destra verso Vignali.
Bella vista sul castello dei Conti Capris. Poco oltre, svolta a sinistra verso I Ciri. Il panoramico crinale porta alla cascina Zanformento, si passa nel cortile della stessa andando a sinistra di una recinzione.
Poco oltre, a un bivio si va in leggera discesa sulla sterrata a destra.
Il percorso verso case di Ambrogi passa tra noccioleti e boschi. A case Ambrogi si ritrova l’asfalto. Su di esso si va fino a poco prima di località La Gava. Ad un bivio a destra e, appena oltre, una palina segnala di salire su sentiero a destra.
Aperture fantastiche su Punta Dante, Punta Michelis, Monviso, Visolotto, Punta Gastaldi, Punta Roma…
Si costeggiano dei vigneti stando sul crinale e poi su sterrata.
Quindi si arriva ad un bivio vicino ad un’edicola e si va a destra in leggera salita e, superato il dosso, si scende verso la sottostante strada asfaltata per girare a destra fino alla frazione di Ciri.
Fa bella mostra la bianca cappella di San Gottardo, del XVII secolo.
Dopo subito si svolta a sinistra su strada asfaltata in direzione Bastia Mondovì. Al successivo bivio svoltiamo a sinistra con decisa salita in direzione del Sacrario partigiano di San Bernardo.
Il Sacrario partigiano di San Bernardo è stato eretto su un’altura nel comune di Bastia Mondovì a ricordo degli oltre ottocento caduti del 1° Gruppo Divisioni Alpine che combatterono in zona. I loro nomi sono incisi sulle lapidi bianche che delimitano il lungo viale d’ingresso che parte da un altissimo obelisco.
Situato in splendida posizione panoramica sul fiume Tanaro con le sue anse, sulle alture delle Langhe e sull’arco alpino.
Il Sacrario di Bastia fu costruito grazie alla generosità di molti enti tra il 1947 e 1951. Sul sagrato della chiesa, nell’ossario, sono raccolte le salme di otto partigiani. Lo inaugurò l’allora capo del governo Alcide De Gasperi alla memoria dei caduti del 1° Gruppo Divisioni Alpine, composta per lo più da ex-militari, e fa parte di una rete museale transfrontaliera: “La Memoria della Alpi“.
Ritorno
Dopo la sosta ed il ricordo dei morti si torna per la stessa strada alla frazione Ciri e in salita lungo la strada asfaltata in direzione Cigliè.
Al primo bivio in salita si ritorna a La Gava, verso il termine delle case si svolta a destra sempre su asfalto innalzandoci sul crinale.
Poi a sinistra in direzione della cappella di San Giorgio, posta sul punto più alto dell’itinerario.
I dipinti della cappella sono stati restaurati e sono opera del “Maestro di Cigliè”. Dell’artista non si conosce il nome, dipinse il Giudizio universale del Santuario della Madonna dei Boschi di Boves, e le cappelle di Cigliè, in particolare la cappella di San Dalmazzo.
Sul crinale si raggiunge la cascina Frumento e si lascia l’asfalto per poi scendere decisamente alla cascina Zanformento. Di lì per la strada dell’andata.
Fino alla chiesa parrocchiale barocca di San Pietro e Paolo. (Itinerario scoperto visitando il bel sito di Cuneotrekking).
Materiali: normale dotazione per escursioni turistiche. (Sui sentieri si può trovare fango).