Un bel monolito, visibile da lontano, è il punto culminante della Cima Meridionale di Séiva (o Mont de Seyvaz Nord), 3207 m, posta sulla costiera che scende dalla Punta Fourà alla Punta Giansana, raggiunta dalla Valle dell’Orco. (Le foto sono state prese in due differenti occasioni).
Avvicinamento
Si percorre tutta la lunga Valle dell’Orco e dopo la diga del Serrù si raggiunge il Lago dell’Agnel e poco dopo, quando la strada si allontana dal lago, si parcheggia.
Itinerario
Si scende leggermente dalla strada sulla destra e un cartello indica i sentieri. Si percorre la ex Strada Militare, e poi a sinistra su sentiero. Il percorso continua passando sotto il Casotto P.N.G.P. di Bastalon, poi ci si ricongiunge ad un altro sentiero che arriva sempre dalla Strada per il Nivolet (punto di partenza più alto e che passa vicino ai laghi Losere). Nel percorso ad inizio stagione estiva si passa in un punto in cui spesso si fa la “doccia”.
Il sentiero prosegue a mezza costa.
Si vede in alto una bella cascata.
In basso, rispetto al sentiero, c’è l’Alpe Combetta e più avanti, stando sempre sul sentiero più alto, si passa sotto l’Alpe della Comba e si incontra a destra il sentiero Renzo Videsot: deve la sua riscoperta alla guida alpina Franco Rolando, ripristinato nel 1996 dai volontari delle sezioni Ana e Cai di Chivasso. E’ stato dedicato al Direttore e Sovrintendente del Parco Nazionale del Gran Paradiso che lo rilanciò dopo la Seconda guerra mondiale.
La vista sulla destra (lato orografico destro della valle dell’Orco) è dominata dalle Levanne.
Si prosegue verso il Colle della Terra fino alla conca attraversata dal Rio di Percià. Prima di scendere nella conca si segue a sinistra verso l’alto una traccia, segnata con ometti che, aggirando i salti di roccia,
sale passando poi su placconate di roccia liscia e porta al bellissimo Lago Gias di Beu, posto a 2798 m.
Oltre il lago si risalgono sia rocce montonate sia pietraie, ometti, vedendo a destra la Mare Percia (Mare Perchaz) e la Punta Fourà (Ponte Fouraz), 3411 m, montagna famosa un tempo per la presenza di un buco sotto la vetta, ora crollato! Buco che avevo potuto ammirare molti anni fa, salendola con Spartaco Bertoglio scomparso scendendo con gli sci dalla Punta Collerin.
Si prosegue verso nord passando tra vari piccoli laghi e, salendo sempre su mobili pietraie nella conca dell’ex-ghiacciaio di Punta Fourà, si lascia leggermente a destra il Colle di Punta Fourà. Quindi si piega gradualmente a destra salendo e si arriva a salti rocciosi, ben individuabili, sotto la Cima Meridonale di Séiva; si sale su roccette e sfasciumi fino alla cresta. Poi si volge verso sinistra su rocce (F),
ed in breve si è vicini al monolito di vetta che si affronta puntando da una evidente fessura dal lato sud, il breve tratto esposto di arrampicata, è di III.
Si raggiunge un terrazzino e poi due passaggi di II permettono di raggiungere il punto più elevato.
Bella vista sulla Valsavarenche.
Ritorno
Dalla cima si può prevedere una corda doppia per raggiungere la base del monolito. Poi per la via dell’andata.
Materiali: dotazione escursionistica fino al monolite, poi piccola dotazione alpinistica.