A due passi da Sestriere, e dalle altre località della zona, due 3000 poco frequentati: Gran Roc e Punta Muta; saliti partendo da Valle della Ripa (Valle Argentera), con bella vista su cime calcaree quasi “dolomitiche”. Sentieri assenti per gran parte dell’escursione, classificata come alpinistica per la parte finale su terreno instabile che richiede anche l’uso delle mani.
Accesso
Itinerario
Dal Ponte Terribile si segue per poco la sterrata in leggera discesa e si prende il sentiero posto sulla sinistra, per poi attraversare una sterrata e giunti al cartello indicatore di Cima del Bosco si imbocca il bel sentiero che sale in diagonale.
Il sentiero per Cima del Bosco si abbandona nei pressi di una grotta con una piccola Madonna e la Fontana Carrera salendo su una traccia a destra del greto del torrente, normalmente secco d’estate.
Dopo aver risalito in modo deciso, la traccia scende leggermente e riattraversa il greto del torrente. Con un percorso tra gli alberi si giunge sotto ad una falesia di arrampicata (quando siamo stati noi la parete era predisposta con corde dall’alto per attrezzare le vie).
Si continua sul sentiero e si contorna la parete stessa sbucando in un ripido e faticoso canalone pietroso. Usciti dal canalone a sinistra, prima che lo stesso attenui la pendenza, si passa vicino ad una seconda grotta
e dopo si risale un pendio erboso molto ripido (fare attenzione in particolare con erba bagnata) a cui segue una radura. A destra si vede il Rifugio/Cappella di Cima del Bosco, con sotto il forte,
e più alto il Monte Furgon, 2815 m, la prima cima rocciosa posta sullo spartiacque tra la Valle della Ripa e la Valle Thuras. Il versante nord-ovest è una imponente parete di roccia, calcarea, alta ben 400 metri sulla quale sono state tracciate interessanti lunghe vie di arrampicata.
Si costeggia la parete, orografica destra, sempre su leggere tracce di sentiero nel bosco, talvolta su terreno inclinato fino ad uscire dallo stesso in terreno più aperto.
Quindi si raggiunge un canalone pietroso e sulla nostra sinistra si stagliano belle ed aguzze vette con i camosci che ci osservano (non sono molti gli escursionisti a passare in questi posti).
Si continua la salita indicata da alcuni ometti (Angelo ne ha aggiunti altri). Il percorso risulta evidente e prosegue abbastanza diritto, trovando un terreno misto di erba e pietre,
per poi risalire verso destra un ripido dosso erboso fino alla sommità da dove si vede bene tutto l’alto l’ampio semicerchio con una colata morenica di rocce di grandezza variabile e sulla destra rocce montonate. (Tutto il vallone anche con la parte già percorsa è chiamato “vallone sospeso” perché non visibile dal basso).
Si scende per alcuni metri nel valloncello con terra ed erba. Noi poi abbiamo scelto di andare leggermente a destra e poi tagliare verso sinistra,
e risalire un ripido canale, in cui prestare attenzione, che esce sulla dorsale che arriva dalla Punta Brusà (un ometto in cresta) e la si percorre verso destra.
Successivamente si impenna e con percorso non obbligato si sale.
Poi si arriva alla cresta che separa la Valle della Ripa dalla Valle Thuras.
Da lì si volge a sinistra e prima si raggiunge una anticima dove c’è un paletto.
In cima al Gran Roc
Dopo poco si arriva alla cima del Gran Roc dove c’è una semplice croce in legno (che trovata a terra abbiamo rimesso in piedi) ed un ometto.
La vista è superba: si vede imponente il Pic de Rochebrune.
Il Massiccio degli Écrins con, tra le altre, le punte del Dôme de neige e della Grande Ruine.
Lontani si impongono al nostro sguardo sia il Monte Bianco
sia il Gruppo del Monte Rosa con le sue numerose vette, tra le altre i Lyskamm, la Parrot – Ludwigshöhe – Corno Nero, la Piramide Vincent e la Punta Giordani .
Itinerario alla Punta Muta
Si scende dal Gran Roc e si percorre a ritroso il percorso dell’andata e poi sempre per cresta si continua, talvolta abbassandosi di poco sul versante Val Thuras
e senza particolari difficoltà si raggiunge la Punta Muta: un bel balcone sull’Alta Valle di Susa con tutte le località tra cui San Sicario con il negozio San Sicario Sport del nostro amico Marco Rigat.
Ritorno
Dalla Punta Muta si percorre la cresta a ritroso, noi abbiamo scelto di scendere non dal canale di salita ma da un canale precedente.
Essendo a fine stagione il canale non aveva neve e richiedeva attenzione per il terreno franoso. Poi percorso sulla colata morenica per giungere alla parte erbosa del vallone.
Da lì, per il percorso dell’andata, ritorno al punto di partenza. Percorso nel complesso lungo.
Materiali: normale dotazione escursionistica (meglio avere il casco).