In questo brano tratto da: “Si può (veramente?!) vivere così” Pagg. 63-64 Luigi Giussani ci dice che l’uomo di fronte alla presenza da conoscere, è desideroso, curioso come un bambino.
“Come si dice che l’essere, il vero, il bello, il buono sono la stessa cosa, così l’uomo è quel livello della natura in cui la natura incomincia a conoscere di che cosa è fatta: autocoscienza. La natura è fatta, cioè alla natura vien donato l’essere, di essere. Non c’era niente, non c’era una natura morta, c’era il niente! Non c’è un altro passo tra il niente e l’essere.
Perciò l’uomo di fronte alla presenza da conoscere è desideroso, curioso come il bambino.
Questa positività naturale non è una virtù, cioè non è opera dell’uomo – prodotto della libertà -, ma è opera di Dio: crea le montagne e, creando te, crea uno che, diventando cosciente della presenza delle montagne, dice: «Che bello!». Perciò, originalmente, la conoscenza del reale, di ciò che è, ottiene l’interesse attonito dello sguardo umano, dell’uomo come un bambino (è così originale che si chiama bambino). E «Se non sarete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Il regno dei cieli è il regno dell’Essere”.