Montagna posizionata tra i Valloni del Breuil e di Chavannes, che per la sua posizione è un ottimo belvedere sulla Catena del Monte Bianco: il Mont Ouille, 3099 m. L’escursione, pur essendo la partenza abbastanza vicina al Piccolo San Bernardo, si svolge in ambiente selvaggio, nella seconda parte solo con vaghe tracce di sentiero ed è una meta a torto poco frequentata.
Accesso
Da La Thuile ci si dirige in auto sulla strada che porta verso il Colle del Piccolo San Bernardo. Si parcheggia prima del colle nello spiazzo a destra in prossimità di una curva stretta, situato a 1890 metri circa, indicazioni su palina per il sentiero 10 e 10C.
Itinerario
Dal parcheggio si segue la strada sterrata che scende leggermente verso la Dora di Verney
fino alla deviazione posta alla destra e ci si dirige verso il bellissimo ponte ad arco sul torrente che si traversa.
Oltre il ponte si prosegue sul sentiero che passa in zone talvolta leggermente acquitrinose, per sboccare su una strada sterrata che si imbocca (tragitto più lungo) o si continua verso un primo alpeggio, ristrutturato, che si raggiunge per poi prendere la stessa strada poderale che corre sopra.
Si prosegue sulla poderale fino a Pian Veyle a 2080 m. Nel percorso apertura sul Mont Pourri.
A destra, tra tracce confuse, sale il sentiero 10 e,
dopo poco, si raggiunge un bivio e si va a sinistra; a destra invece si sale per il Mont Laityre che si tralascia. (Al momento della nostra salita il percorso era interdetto). Si segue il sentiero 10, che prosegue sul lato orografico sinistro del vallone, con modesta pendenza lo si risale (a valle del sentiero c’è una sorgiva, dopo non si trova più acqua) per poi entrare nel Vallone del Breuil in direzione del Colle di Bassa Serra, fino ai ruderi di Biolettaz (l’Alpe Bioletta), 2152 m. Appena oltre l’alpeggio, sulla destra, accenni di esile traccia; noi poi siamo saliti cercando di fare un percorso a zig-zag senza traccia effettiva su magro terreno pascolivo. Il riferimento è a destra: il Grand Berrier, un isolato dente roccioso, che si erge imponente.
Si raggiunge la selletta di fianco al dente e dopo altra breve salita per arrivare ad un terreno più aperto e più pianeggiante. Si prosegue quindi per prati ed avvallamenti, passando vicino ad una costruzione diroccata.
Ci si innalza verso destra, vedendo bene la meta, in direzione nord prevalente, per pendii erbosi talvolta abbastanza erti. Si passa poi sotto la cresta rocciosa (che si vede in foto sulla destra). Sull’altro lato della valle l’Aiguilles de l’Hermite.
Si prosegue fino a portarsi sulla dorsale.
Quindi si segue la dorsale dove ogni tanto si incontrano rari ometti. Poi la cresta diventa molto ampia e si impenna decisamente. Con percorso faticoso ci si sposta con diagonali e tratti diretti verso sinistra (percorso seguito da noi) risalendo l’anticima detritica ai piedi della torre sommitale.
Si sale sotto cresta su una serie di gradini rocciosi che portano al tratto terminale di cresta: essa scende verticalmente a destra per alcune centinaia di metri nel Vallone di Chavannes.
Bella apertura su l’Aiguille de Tré-la-tête ed in basso il Mont Fortin.
Ritorno
Per la via dell’andata, salvo che conviene scendere in modo diretto la zona detritica.
Materiali: normale dotazione escursionistica.