Una splendida “cavalcata” su tre punte sopra i 4000 metri del Monte Rosa partendo dalla cima più alta, la Parrot, poi la Ludwigshöhe ed infine il Corno Nero. Quest’ultima ascensione presenta un tratto di una cinquantina di metri più tecnico da salire.
Accesso
Si percorre la A5 fino al casello di Pont-Saint-Martin poi si prende, nella Valle del Lys, la strada regionale n° 44 fino al suo termine in località Staffal. Lì si trova la stazione di partenza degli impianti di risalita.
Itinerario
Da Staffal si raggiunge con la prima telecabina la stazione intermedia dell’Alpe Gabiet, poi con la seconda il Passo dei Salati ed infine con la terza Indren. Quindi si inizia il percorso a piedi e si attraversa il martoriato Ghiacciaio di Indren, seguendo la traccia che, praticamente in piano, lo attraversa fino al punto dove la traccia si divide, una più bassa e una più alta. Noi abbiamo seguito quella bassa fino al termine del ghiacciaio; si supera una zona rocciosa con corde fisse per circa 15 metri e dopo si sale fino al Rifugio Città di Mantova a 3498 m, più basso della Capanna Gnifetti.
Dal Rifugio Mantova al mattino si sale su traccia verso il Colle del Lys, vedi itinerario per la Piramide Vincent. Nella foto seguente si vedono numerose cordate e a sinistra la costiera del Corno Bianco e della Cima della Compagnia.
Si segue la traccia prestando attenzione ai ponti di neve.
Il pendio glaciale diventa più erto.
Si prosegue sino al Colle del Lys, un’alta sella glaciale tra il Lyskamm Orientale e la Ludwigshöhe.
Dopo poco, abbandonata la battutissima traccia per la Capanna Margherita, si piega leggermente a destra e ci si dirige verso il Colle delle Piode, posto tra la Ludwigshöhe e la Punta Parrot.
Itinerario alla Parrot
In prossimità del colle, si punta a sinistra verso l’affioramento roccioso, ben visibile, alla base della cresta ovest della Punta Parrot, si supera e poi si continua per cresta.
Si segue l’aereo filo che supera un primo tratto più ripido. Dopo la pendenza si riduce e si arriva al punto sommitale della cresta che è la cima della Punta Parrot, difficoltà PD-.
Alla nostra destra la bellissima Punta Gnifetti con la Capanna Regina Margherita.
Si scende per la via salita nella conca che porta al Colle delle Piode o Colle Ippolita facendo attenzione alla cresta e al tratto ripido. Panorama splendido sui Lyskamm, sul Cervino e sull’imponente Grenzgletscher.
L’inconfondibile stele del Cervino.
Itinerario alla Ludwigshöhe
Prima una nota sul curioso toponimo, che significa Cima di Ludovico e venne coniato, insieme a quelli di ben altre undici cime del Rosa, dal barone austriaco Franz Ludwig Freiherr von Welden, che la salì il giorno di san Ludovico. La nevosa cima è alta 4342 m.
Affrontiamo direttamente su traccia la dorsale per salire in cresta. (Da sotto abbiamo fotografato una cordata che era già giunta in cima).
La cresta dritta e ben disegnata risulta non aerea come la vicina cresta occidentale della Punta Parrot da poco percorsa.
La discesa ripercorre la cresta per poi tagliare verso il Corno Nero, posto alla nostra destra, nel nostro caso seguendo una traccia presente.
Corno Nero
Bella cima che dal ghiacciaio si impenna negli ultimi 50 metri con una parete di neve/ghiaccio.
E’ la cima più elevata del Gruppo del Monte Rosa che si trova interamente in Italia e il nome le deriva dalle scure rocce che la individuano. Si risale prevalentemente sulla destra un ripido scivolo nevoso, pendenza vicina al 50%, fra due costole rocciose fino a giungere alla selletta posta tra le due sommità. Ci dirigiamo verso sinistra, al punto più alto con una bella statua della Madonna. Gli ultimi passaggi richiedono attenzione. Difficoltà PD+.
Dalla cima è impressionante la vista sulla parete sud che scende a picco sulla Valsesia.
Discesa per la via seguita oppure con corde lunghe ci si può calare direttamente in corda doppia sino alla base dello scivolo.
Ritorno
Scesi dal Corno Nero si procede in direzione del Balmenhorn che si lascia a destra,
nella discesa si ha di fronte la Piramide Vincent,
per poi ricongiungersi con la traccia per la Capanna Gnifetti e da lì direttamente verso la stazione della funivia a Indren.
Materiale: normale dotazione alpinistica con imbrago, corda, ramponi, picca, bastoncini e un minimo di materiale per un recupero da crepaccio.