Sulla costiera che porta dalla Cima delle Lobbie al Monviso si trovano la Punta Dante, attigua alla Punta Michelis, in Valle Varaita, raggiunte partendo poco prima della frazione Castello in Valle Varaita risalendo inizialmente il Vallone di Vallanta.
Itinerario
Il percorso che conduce a Punta Dante (e volendo, con una breve appendice, all’attigua Punta Michelis) parte all’altezza di un evidente spiazzo poco prima della frazione Castello di Pontechianale, sulla destra. All’avvio una fontana e una palina segnaletica fanno da punto di riferimento sicuro.
Si imbocca con un deciso strappo iniziale, sulla destra orografica, il sentiero U9 che risale per intero il Vallone di Vallanta.
La meta è raggiungibile risalendo il Vallone delle Giargiatte oppure quello delle Forciolline, entrambi alla nostra destra (sinistra orografica) rispetto alla direzione di cammino. Opteremo qui per il primo. Si raggiunge sul sentiero U10, una diramazione a destra per il bivacco Bertoglio e il Passo San Chiaffredo, che si prende attraversando il torrente su un ponticello, portandoci sull’altro versante del vallone e risalendolo in mezzo allo splendido bosco di pini cembri dell’Alevé.
Si raggiungono in sequenza due radure al fondo del Vallone delle Giargiatte. Pian Meyer, 2126 m. Si escludono di volta in volta le deviazioni per il Lago Bagnour.
Si prosegue in costante salita, raggiungendo l’ampia conca detritica e percorrendola con sentiero su pietraia ben segnalato, fino al visibile colletto alla testata del vallone (ore 3 circa). Improvviso il cambio di panorama, con il vasto pianoro del Lago Bertin, 2701 m.
Prima del lago, sulla sinistra, una traccia evidente conduce al vicino Bivacco Bertoglio (2760 m), visibile in alto.
Sempre sulla sinistra visibile la massiccia struttura delle Rocce Meano (3060 m).
Il pianoro è caratterizzato dal suggestivo spettacolo degli innumerevoli ometti di pietre in posizione verticale. Superato un secondo lago si arriva al Lago Lungo (2743 m) e al Passo di San Chiaffredo (2764 m, ore 3,30).
A questo punto il sentiero porta al Passo Gallarino, in direzione del Rifugio Quintino Sella, nel classico itinerario del Giro di Viso, oppure a destra, biforcandosi sulla traccia che sale verso Punta Malta.
La nostra direzione è invece a sinistra, in direzione dell’ampia conca detritica terminante con le visibili creste frastagliate che contornano il vallone; essa va percorsa per ripida china (pietraie) tenendo conto che Punta Dante non è immediatamente visibile.
Tralasciando il sentiero che prosegue il Rifugio Quintino Sella (Giro di Viso classico) si inizia la salita. Il percorso non ha punti di riferimenti chiarissimi, se non ometti che indicano zone più sicure di altre ma senza traccia univoca. Suggeriamo di individuare un visibile canalino sulla sinistra da risalire con facile arrampicata sulle roccette laterali che, una volta superate, permettono di uscire più in alto (Passo Fiorio Ratti, ore 4,40) dove la pendenza si ristabilisce e si affronta l’ultima pietraia che, seguendo gli evidenti segnali gialli tra lastroni e sfasciumi, ci porta all’ormai visibile segnale di vetta (3166 m, ore 5).
Dopo la pendenza si ristabilisce e si affronta l’ultima pietraia che, seguendo gli evidenti segnali gialli tra lastroni e sfasciumi,
ci porta all’ormai visibile segnale di vetta (3166 m, ore 5).
In cima
Imponente la vista improvvisa sul versante sud del Monviso, e su tutte le principali vette e passaggi di questa parte del Gruppo. Subito alla nostra destra, rivolti verso il Re di Pietra, la Punta Michelis (3154 m, 20 minuti da Punta Dante), che si può raggiungere perdendo un po’ di quota (50 m) sul versante delle Forciolline, e risalendolo contornandolo alla sua sinistra.
Sulla cima la croce di vetta.
Vista sul Dado di Vallanta, Punta Caprera, Lago delle Forciolline.
Ritorno
Per il ritorno si può optare sulla stessa via di salita, oppure scendere nel Vallone delle Forciolline, sicuramente affascinante (Lago delle Forciolline) ma certamente più faticoso sia per la lunga traccia (da percorrere quasi integralmente su pietraie e rocce caotiche fin quasi allo sbocco del sentiero sul fondovalle di Vallanta) che per il tratto della Gola delle Forciolline, dove si richiede qualche attenzione, data la stanchezza, anche e soprattutto in caso di bagnato.
Il periodo ideale per questa escursione non difficile ma piuttosto lunga secondo noi è luglio – settembre, per evitare nevai sia sui tratti di ripida risalita che di discesa; saggio utilizzare il casco per evitare cadute di sassi facilmente mobilizzabili.
Incontri con gli abitanti del luogo, dalle marmotte agli stambecchi.
Il periodo ideale per questa escursione non difficile ma piuttosto lunga secondo noi è luglio – settembre, per evitare nevai sia sui tratti di ripida risalita che di discesa; saggio utilizzare il casco per evitare cadute di sassi facilmente mobilizzabili.
Materiali: normale dotazione escursionistica. (Abbiamo portato il casco).