Una salita in un ambiente spettacolare e selvaggio, per gli amanti dei percorsi con lunghi tratti fuori sentiero, alla Punta d’Arnas (Ouille d’Arbéron), 3560 m, posta sul confine italo-francese; raggiunta dal Rifugio Cibrario in Val di Viù. La punta triangolare è ben visibile da Torino, con la vicina Croce Rossa.
Accesso
Raggiunta Usseglio in Valle di Viù, frazione Villaretto, si devia a destra per il Vallone d’Arnas prima del ristorante “La Furnasa” e si sale lungo la strada che porta alla centrale idroelettrica del Lago Dietro La Torre (controllare l’accessibilità) fino ad incontrare sulla sinistra l’Alpe Barnas. Si posteggia l’auto negli spiazzi a bordo strada.
Itinerario al Rifugio Cibrario
La descrizione dettagliata del percorso la si trova su questo sito guardando l’itinerario alla Croce Rossa.
Il Rifugio Cibrario è gestito in modo encomiabile dai volontari del CAI Leinì. (Noi abbiamo mangiato molto bene, sono stati serviti addirittura due antipasti!). All’esterno del rifugio una simpatica lettura del meteo, partendo dalla corda lì vicino appesa.
Itinerario dal Colle della Valletta
Subito dietro il rifugio si imbocca il sentiero n. 118, che sale con un ripido traverso prima al Lago Peraciaval,
poi, seguendo le numerose indicazioni, su pietraie e sfasciumi verso il Colle della Valletta.
Si raggiunge il colle in circa 1,30 ore ed il panorama si apre sulla Francia con sullo sfondo la Pointe de Charbonnel.
Itinerario dal Colle della Valletta
Dal colle si scende su terreno detritico e instabile, seguendo gli ometti, sul Glacier du Baounet, con vista sulla Punta della Valletta.
Si percorre il ghiacciaio con moderata pendenza
fino a 2780 m circa alla base di un evidente spallone che scende dalla Croce Rossa.
Lasciato il ghiacciaio si risale senza via obbligata prima in diagonale su terreno o ghiaioso o di sfasciumi o di rocce montonate che talvolta richiedono l’appoggio delle mani.
Poi si punta verso il Colle Martelli posto tra la Croce Rossa e la Punta d’Arnas.
Poco prima dell’incassato Passo Martelli, 3270 m, abbiamo deviato a sinistra per raggiungere la Cresta Sud poi Sud-Est della Punta d’Arnas su detriti e sfasciumi con alle spalle la bella calotta glaciale della Croce Rossa.
Guardando verso destra, lato italiano, si vede bene il Lago della Rossa con sullo sfondo la caratteristica cima, quasi un dado, della Torre d’Ovarda.
L’ultimo tratto si percorre su lastroni.
Si raggiunge la cresta finale e si continua per un tratto per la cresta stessa, incontrando un evidente ometto (Marco Blatto nel bel libro sulle Valli di Lanzo consiglia di seguirla);
noi giunti sotto alcuni torrioni abbiamo preferito scendere leggermente sul versante francese e aggirarli
per poi risalire poco oltre la cima vera e propria, breve tratto di facile arrampicata, ricongiungendosi alla via di salita normale francese che proviene dal Rifugio d’Avérole.
In cima
Sulla cima c’è un ometto e il panorama è amplissimo e spettacolare.
Di fronte a noi l’Uja Bessanese, l’Albaron di Savoia con il ghiacciaio e lontano il Monte Bianco.
Si vede bene la scura sagoma della Grivola, il Gran Paradiso con a fianco Il Roc,
Inoltre apertura sul Mont Pourri, la seconda cima per altezza della Vanoise.
Ritorno
Si segue la via normale francese, Cresta Sud-Est, prima leggermente sul versante orientale sotto rocce frastagliate ed esposte per poi stare sul filo, numerosi ometti nella prima parte indicano il sentiero, poi in basso dove spiana si fanno più radi.
Quindi si punta a scendere verso il ghiacciaio tenendo conto di numerosi salti, talvolta difficoltosi e da aggirare, occorre prestare attenzione.
Si arriva dopo un lungo percorso al ghiacciaio che si risale lungo il percorso dell’andata: l’ultimo tratto usciti dal ghiacciaio verso il colle è faticoso!
Dopo essere risaliti per più di 300 metri si raggiunge il colle e si scende al Rifugio Cibrario.
Dopo c’è ancora la lunga discesa fino all’Alpe Barnas allietata da una splendida luna piena; occorre tenere presente che i tempi di percorrenza nella giornata nel nostro caso hanno superato le 13 ore e il dislivello di salita dal Rifugio Cibrario, compresa la risalita al Colle della Valletta, supera i 1500 metri.
Materiali: dotazione alpinistica essenziale da ghiacciaio (nel nostro caso a fine stagione non abbiamo portato i ramponi per il ghiacciaio).