Una storica via attrezzata dagli Alpini al Monte Oronaye, fino alla Cima Dronero, in Valle Maira sul confine italo-francese, nel percorso si passa vicino al Bivacco Angelo Valmaggia.
Accesso
Si risale la Valle Maira fino al paese di Acceglio e si imbocca la strada a sinistra che porta alle frazioni di Chialvetta, Pratorotondo e Viviere. Su strada stretta si sale e si posteggia sulla strada, in prossimità di un cartello indicatore della ferrata, posizionato su una curva a sinistra.
Itinerario
Si percorre la strada, e poco dopo, in corrispondenza dei cartelli e di una croce, si imbocca sulla destra il sentiero S9, che attraversa il Vallone di Enchiausa.
Su una roccia si trova anche una vecchia indicazione.
Si oltrepassa la grangia Gorra, posta sulla sinistra a 1915 m, con zone dedicate alla coltivazione dei cavoli.
Si continua il percorso nel vallone dominato sullo sfondo dal Monte Oronaye.
Il sentiero di salita costeggia il bellissimo Bric Content (foto scattata al pomeriggio) salendo più decisamente.
Si attraversano dei rilievi prativi sul sentiero S30 in direzione del Colle Feuillas. Le paline indicatrici aiutano nel percorso.
Oltre il pendìo erboso dopo questo tratto si giunge in vista di un abbeveratoio.
Si passa vicino al Bivacco Angelo Valmaggia, che è di proprietà della Giovane Montagna, sezione di Cuneo, associazione che ci ricorda il beato Pier Giorgio Frassati, del CAI sottosezione di Dronero, del Comune di Acceglio. Ha 12 posti letto, gas e luce. E’ dotato di impianto elettrico per l’illuminazione interna, alimentato da pannelli fotovoltaici. Una originale struttura esterna, che contiene pietre, serve a realizzare una camera d’aria calda per “riscaldare” naturalmente l’interno del bivacco. La fontana non è troppo distante dal bivacco, che è sempre aperto.
Poco oltre il bivacco troviamo la fontana, la Font dè Giuanin.
Successivamente si sale per i ghiaioni che scendono dall’Oronaye andando con decisione a sinistra.
Si continua per sentiero trovando le indicazioni poco prima del bivacco.
E infine si arriva al Bivacco Enrico e Mario, a 2650 m, con un tempo di circa ore 2,30.
Il Bivacco Enrico e Mario, con pochi posti letto, è sempre aperto. Serve in caso di emergenza, molto, molto spartano. Al piazzale davanti al bivacco si indossa l’imbrago con il kit da ferrata e il caschetto perché lì sulla destra parte il sentiero di avvicinamento che supera un risalto roccioso con alcuni ripidi gradini intagliati.
Per la Cima Dronero via attrezzata degli Alpini dal bivacco si sale costeggiando la montagna prima su una traccia esposta e stretta (sono presenti dei fittoni).
Si attraversano quindi i ghiaioni da sinistra a destra.
Ci sono dei punti di ancoraggio, utili in particolare con terreno bagnato.
Più avanti iniziano le corde fisse. Sulla via attrezzata sono presenti due tipi di cavo affiancati, addirittura uno è lo storico cavo d’acciaio che risale al periodo in cui è stata fatta la ferrata (anni ’30), con le caratteristiche olive in legno, di facile presa per le mani, il secondo è il cavo di sicurezza posato durante la sistemazione del percorso.
Dopo si affronta un tratto con rocce giallastre che porta velocemente al primo punto di appoggio lungo la via, un piccolo e basso ricovero.
Il primo ricovero.
Dal ricovero si attraversa a sinistra verso la parete con un tratto esposto.
Il tratto seguente raggiunge con una linea più verticale il secondo ricovero sulla Sella Dronero, incassato nella parete. Di fianco ad esso si inizia la salita di una lunga scala metallica.
La lunga scala dell’ultimo tratto è piuttosto vicina alla parete e quindi lo spazio per l’appoggio dei piedi è limitato, attenzione quindi a posizionare bene lo scarpone per evitare di scivolare dall’appoggio; inoltre alcuni gradini sono bombati verso il basso. Dopo la scala ci si sposta a destra e si percorre un ultimo tratto attrezzato che termina alla Cima Dronero, 3050 m, in un tempo di circa ore 1,30 dal Bivacco Enrico e Mario.
Giunti in vetta il panorama è bellissimo, dominato oltre la forcella dalla cresta rocciosa del Monte Oronaye: si vede bene la croce metallica della montagna alta 3100 m.
La via alpinistica per giungere alla cima dell’Oronaye dal colletto sottostante prevede la calata nello stesso in corda doppia e una salita su roccia con un passaggio di 4+.
Foto di gruppo con (da sinistra): Roberto, Paolo, Simone, Luca e Gianni.
Video dalla Cima Dronero.
Una nota sui lavori di risistemazione “La ferrata, che era carica di anni e deteriorata dalle avversità della montagna, è stata ripristinata dalla guida alpina Nino Perino con la collaborazione di altre guide e volontari del Soccorso Alpino della Val Maira. Sono stati sostituiti i cavi e le scalette, restaurati i due ricoveri ed è stata dotata delle protezioni che ne permettono la risalita in sicurezza. Il lavoro di recupero conservativo della ferrata ha richiesto parecchi anni, considerato che i mesi in cui è possibile lavorare in parete sono pochi sviluppandosi tra i 2.650 e i 3.050 metri d’altitudine”.
L’uso eventuale della propria corda consente di assicurarsi nei tratti non serviti dalle funi di acciaio.
Ritorno
La discesa dalla Cima Dronero via attrezzata degli Alpini si fa sul medesimo percorso di salita. Si deve procedere con attenzione per prevenire la caduta di sassi, facile a verificarsi. In caso di brutto tempo gli ancoraggi presenti risulteranno utili per eventuali discese in corda doppia chiaramente se provvisti di corda.
Per il ritorno preventivare un tempo di almeno ore 2,30.
Materiali: normale dotazione per vie ferrate.