In Valsavarenche, ai piedi del Gran Paradiso, un’interessante meta con le racchette da neve dai panorami stupendi: il Rifugio Chabod, posto a 2710 m di quota. Nel lontano 1966 ad un gruppo di Guide Alpine della Società delle Guide della Valsavarenche venne l’idea di realizzare un rifugio per favorire la salita al Gran Paradiso (Parete nord-ovest), alla Becca di Montandayné ed all’Herbetet. L’avvio dei lavori iniziò tredici anni dopo nel 1978 e l’inaugurazione nel 1985. (Questa gita è stata fatta diversi anni prima della pubblicazione).
Accesso
Dalla statale che sale da Aosta fino a Courmayeur si supera Villeneuve, si trova sulla destra lo svincolo per la Valsavarenche. La si risale, si supera Dégioz, e un paio di km prima del villaggio di Pont Valsavarenche, nelle vicinanze dell’alpeggio Terré, si incontra un parcheggio sul lato sinistro della strada. Lì c’è un’indicazione che indica la partenza dell’itinerario per il rifugio.
Itinerario
Si attraversa il Torrente Savara su di un piccolo ponte in legno, quindi si svolta a destra e si inizia la salita sul sentiero ed in breve si raggiunge l’Alpe Pravieux, 1871 m.
Dopo il sentiero diventa una mulattiera, anche lastricata, ed in un bosco di larici si sale decisamente con una lunga serie di svolte toccando un belvedere sull’alta valle. Al termine della sequenza dei tornanti e usciti all’aperto si arriva ai panoramici alpeggi di Lavassey, 2194 m, dove si trova un casotto dei guardaparco e degli alpeggi, le cui stalle hanno la particolare forma a semi-botte.
Si supera l’Alpe Lavassey aggirando il casotto e andando verso sinistra,
si risale per ampi pendii e si entra nella parte alta del Vallone di Savolère. Ai nostri occhi si mostra il Gran Paradiso con la sua imponenza. (Vicino c’è Il Roc).
Sulla destra apertura verso l’alta valle, molto lontano il Monte Giasana.
Con percorso non obbligato, ci si tiene sulla sinistra e ci si alza verso la Côte Savolère, che si trova sulla sinistra,
e si cammina sul filo della dorsale sino ad arrivare al Rifugio Federico Chabod. (Il tempo indicativo è intorno alle tre ore).
Il rifugio è stato dedicato al primo presidente del Consiglio della Valle d’Aosta che operò per fare diventare la Valle d’Aosta una regione a statuto speciale.
(Dopo essere arrivati alla meta, prima di ritornare abbiamo fatto un giro: nella foto seguente vista del rifugio dall’alto).
Ritorno
Per la via dell’andata, si possono ammirare le montagne circostanti,
in un ambiente bellissimo.
Più avanti si ritorna nuovamente nel bosco.
Verso la bassa valle lo sguardo si apre verso l’ardua Grivola bella, su questo sito il racconto dell’ascensione a questa montagna.
Materiali: normale dotazione per racchette da neve.