La carità in quota, l’Ospizio Sottile, ora rifugio, posto al Colle di Valdobbia che mette in comunicazione la Valle di Gressoney con Riva Valdobbia in Valsesia. Fu fatto costruire nel 1823 dal canonico Sottile. Da quest’anno riaperto con una nuova, dinamica e giovanile gestione.
Il Colle di Valdobbia si trova sulla costiera del Corno Bianco: su questo sito trovate la descrizione della salita alla Punta dell’Uomo Storto ed alla Cima della Compagnia.
Accesso
Da Pont-Saint-Martin si percorre sulla strada regionale la Valle del Lys (Val di Gressoney) fino a Gressoney-Saint-Jean e nell’abitato, in località Valdobbia, quando si incontra l’indicazione per Castel Savoia si svolta a sinistra e subito dopo a destra nella strada che costeggia il Lys; lì si parcheggia, sono presenti diversi posti auto.
Itinerario
Sulla strada regionale percorsa si trova un cartello indicatore che segnala la partenza del sentiero n. 11 per il Colle di Valdobbia.
Il sentiero inizialmente sale fra le case, dove terminano c’è una palina con in bella evidenza l’indicazione per il rifugio.
Ci si addentra nel bosco di larici su sentiero ben tracciato.
Più avanti si incontra una nuova palina e si svolta dopo di questa leggermente a sinistra a destra si sale verso la Valle dei Principi.
Il sentiero ben curato sale deciso nel bosco a serpentine. Si raggiunge un valloncello che si risale passando sotto delle barriere paravalanghe; durante la salita belle aperture sul versante idrografico opposto.
Poi si continua a seguire il sentiero che va a sinistra sulla sponda del profondo vallone solcato dal torrente Valdobbia e si raggiunge l’Alpe Cialfrezzo di sotto (Tschalvrétzò) a 1897 m; vicino all’alpeggio si nota un bel crocifisso in legno.
Si continua attraversando il torrente su un ponticello in legno. Il vallone si apre e si intravede la meta: il Colle Valdobbia con l’Ospizio Sottile.
Si riprende a salire e si costeggia il corso d’acqua fino a un falsopiano, si giunge all’Alpe Cialfrezzo di sopra, 2032 m, protetta da paravalanghe e poco visibile. Si segue sempre il sentiero salendo con pendenza moderata fino a una conca. Dietro di noi domina la vista il Mont Nery o Becca di Frudiera.
Nella conca si passa vicino ai resti di una costruzione.
Dopo la conca si continua a salire prima in modo moderato e poi con più decisione su tornanti.
Oltre l’indicazione del sentiero 11 è presente anche quella del 105, sentiero intervallivo che parte addirittura da Aosta, dalla frazione Porossan-Roppoz per terminare al Rifugio Ospizio Sottile.
Si continua sempre sul sentiero e vicino a uno spuntone roccioso si attraversa il vallone terminale, a inizio stagione è presente un nevaio; spostandosi verso destra
e con un ultimo tortuoso breve percorso si raggiunge il Colle di Valdobbia.
Lì è posto il Rifugio, tempo impiegato ore 2,30; sulle segnaletiche è indicato un tempo di salita maggiore. Dall’altra parte del colle si scende verso Riva Valdobbia.
Brevi note storiche
Il colle era luogo di passaggio per i mercanti e coloro che andavano all’estero a lavorare nel mese di marzo e rientravano a novembre e dicembre. Nel tragitto per il colle l’inclemenza del clima degli ultimi mesi dell’anno e le valanghe furono la causa di molte vittime. Già nel 1787 Gian Giuseppe Liscotz di Gressoney e il capitano Giovanni Giuseppe Gianoli di Riva fecero costruire una stalla e una cappella. Ma i ricoveri risultarono non adeguati al numero di coloro che passavano dal colle.
Il canonico Nicolao Sottile, che era figlio di emigranti per lavoro, dopo una disgrazia avvenuta nel 1820 decise di costruire a sue spese un ospizio, che fu ultimato nel 1823. Il canonico provvide a mantenerlo aperto, solo nel periodo invernale, fino al 1831 e poi lo cedette al Comune di Riva Valdobbia. Il percorso fatto dagli emigranti risaliva la Valgrande fino a Riva Valdobbia, poi il Vallone di Valdobbia, raggiunto il colle si scendeva a Gressoney-Saint-Jean per risalire prima il Colle della Ranzola e poi di Joux per raggiungere la Valle Centrale. Ad Aosta si partiva per il Gran San Bernardo e il Piccolo San Bernardo. Nel 1871 fu inaugurato un osservatorio meteorologico curato dall’abate Carestia e dal teologo Farinetti, uno dei primi salitori della Punta Gnifetti.
All’esterno dell’ospizio si trova una targa dedicata al canonico Nicolao Sottile.
Nel corridoio di accesso al rifugio altre lapidi.
Sulla parte rocciosa posta di fronte al rifugio c’è una piccola croce, si sale per tracce di sentiero in meno di 10 minuti e si vede bene l’ospizio e il sentiero verso Riva Valdobbia.
Ritorno
Per la via dell’andata. Di fronte bella visione sul Mont Nery o Becca Frudiera.
Materiali da escursionismo.