Posto sulla lunga dorsale orografica sinistra della Val Grande, la più settentrionale delle tre di Lanzo, il panoramico sentiero balcone salito da Rivotti fino al Gias Nuovo Fontane, a 1999 m. (O Alpe Gias Nuove Fontane). Dal Gias ampio panorama, in particolare verso ovest sul bellissimo Vallone della Gura.
Accesso
Si percorre la Val Grande sulla SP33 fino a Pialpetta, è una frazione di Groscavallo, si supera l’abitato e dopo poche centinaia di metri si volta a destra, indicazione per Rivotti. Dopo alcune svolte, ad un successivo bivio si volge a sinistra e si continua sulla stretta strada asfaltata e all’altezza della bianca e bella chiesa della Visitazione, posta in basso, si parcheggia o a lato della strada oppure se c’è posto in un piccolo spiazzo sotto le successive case.
Itinerario
Dalla borgata Rivotti, a destra parte il sentiero, segnalato, che sale tra le poche case ben ristrutturate,
ed entra più avanti nel bosco, dopo si passa vicino ad un’antenna e più avanti ad un ripetitore.
Il sentiero sale nel bosco con diverse svolte, con discreta pendenza e dopo un bel tratto si incontra un’edicola, poi si arriva alla strada sterrata che sale da Crest.
Lungo la strada il percorso è più dolce, si percorre il lungo mezzacosta con un bellissimo panorama sulla Val Grande, dominata sullo sfondo dall’imponente Uja di Ciamarella.
Quindi si raggiunge un ampio pianoro in corrispondenza del vallone del rio Alpetta, al Gias Le Mole, 1705 m, e Gias Primavera, 1757 m.
Dopo si risalgono alcuni tornanti sul costone per poi proseguire a mezzacosta verso un successivo ampio ripiano nel Vallone Sagnasse, dove ci sono alpeggi. Sullo sfondo la bella Punta Barrouard sulla costiera che separa la Val Grande di lanzo dalla Valle dell’Orco.
Più avanti nel percorso appare la Levanna Orientale, 3555 m, una montagna ben riconoscibile da Torino.
Con un ampio semicerchio anche questo vallone viene superato e aggirato un costone, un ultimo tratto in lieve pendenza conduce al Gias Nuovo Fontane, ove la strada termina, in circa due ore.
All’arrivo
Dal Gias appare in tutto il suo splendore la testata del Vallone della Gura con tra le altre la Cima Francesetti, 3410 m, la Cima Monfret, 3373 m, l’Uja della Gura, 336a m, la Punta Martellot, 3452 m,
fino alla Punta Girard, 3262 m, di cui si si vede bene la cresta est della Fea che sale alla cima. (Per la salita il punto di appoggio è il Rifugio Daviso che si raggiunge da Forno alpi Graie).
Per spiegare la morfologia del Vallone della Gura ci rifacciamo ad una interessante descrizione di Marco Blatto: «Il Vallone della Gura, inciso dal torrente omonimo, si delinea al cospetto del sottogruppo Gura – Martellot stretto tra i bacini di Sea e di Colombin. La morfologia del Pleistocene presenta anche qui eloquenti forme d’erosione e di deposito, con rocce montonate, gradini di valle e soglie. Il progressivo ritiro dell’apparato glaciale del Quaternario ha delineato un residuo glaciale che, progressivamente, si è distinto in tre circhi principali con la demolizione delle creste rocciose circostanti. Si hanno dunque oggi: un bacino “sud del Mulinet”, con un piccolo ghiacciaio che origina nella sua ablazione una piccola seraccata, un bacino “nord del Mulinet”, parzialmente ricoperto di detrito sul lato destro idrografico, un piccolo segmento glaciale a ridosso del versante orientale della Punta».
Ritorno
Lungo l’itinerario di salita. Scendendo, sul lato orografico sinistro, bella apertura sull’Uja di Bellavarda.
Mentre sul lato orografico destro della valle si vedono, partendo dall’alto, prima il valico con la Val d’Ala: il Ghicet di Sea, poi la Punta Rossa di Sea.
Lo sguardo più avanti è attratto da una caratteristica “scultura” naturale, un pietrone posto in verticale con cappello.
Materiali: normale dotazione escursionistica.