In questo intervento Luigi Giussani descrive la dinamica del senso religioso: si parte sempre dalla realtà, dall’impatto con qualsiasi realtà che ci colpisce per porsi domande sulla natura della realtà stessa. Il senso religioso, per don Giussani, è la ragione in quanto capace di diventare cosciente della realtà secondo la totalità dei suoi fattori. L’estratto è tratto da: Nell’incontro con quell’uomo la percezione del Mistero, un inserto di «Litterae Communionis-Tracce», numero 3 della rivista, anno 2000.
“Quando uno vede una montagna o una balena, non può dire soltanto: «è una montagna», «è una balena», ma: «chi l’ha fatta? chi fa queste cose?» .
Come quella bambina, adottata a tre anni da un mio amico assolutamente ateo, con una moglie atea (hanno fatto un gesto grande a prenderla): intelligente e spigliata, dopo due anni con loro, a cinque anni, dunque, non sapeva “né leggere né scrivere”, nel senso ” religioso” del termine, non aveva cioè nessuna educazione in termini religiosi.
Sono andati a fare una grande gita sulle Dolomiti; a un certo punto, non so più dove, appare uno scenario grandioso: i due genitori sono rimasti a guardare ammirati;
la bambina – che aveva cinque anni! – si volge verso di loro e dice: «Mamma, chi ha fatto questa cosa?». Da qui è partita la loro ripresa della religiosità, dell’esperienza religiosa, che è nella nostra tradizione cristiana. Perciò, ciò da cui si parte è la realtà, qualsiasi realtà”.