Torre di Lavina

  • Destinazione: Torre di Lavina
  • Zona: Alpi Graie [sez. 7]
  • Gruppo montuoso: Nodo della Rosa dei Banchi [Alpi del Gran Paradiso]
  • Regione: [IT] Piemonte
  • Valle: Val Soana
  • Difficoltà: F+
  • Data: 07/08/2020
  • Traccia GPX: Scarica
  • Partenza: Campiglia Soana
  • Altitudine partenza: 1335
  • Altitudine arrivo: 3308
  • Dislivello: 1973
  • Attacco percorso: dal parcheggio
  • Esposizione: Est
  • Punti di appoggio:

Vista dalla pianura piemontese attira lo sguardo per la sua forma elegante e slanciata, è la Torre di Lavina, costituita da due punte: la più alta misura 3308 m, salita dalla Val Soana da Campiglia Soana, per la via normale, F+.

Torre di Lavina vista da Torino

Dalla cima si dipartono tre creste, a sud-est verso il Colle della Cadrega, a sud-ovest verso il Colle di Bardoneye e a nord verso il Colle di Acque Rosse.

Torre di Lavina

Lavina può derivare dal tardo latino labina che vuol dire valanga di neve, slavina, radice preindoeuropea; anche in piemontese si usa il termine losa, pietra che scivola: le lose sono infatti usate per  i tetti delle case in modo che la neve tenda a scivolare.
Nel libro “Le valli Orco e Soana”  di Giovanni Bertotti, Angelo Paviolo, Alda Rossebastiano edizioni  Centro Ricerche Studi Alto Canavese si cita che studi più recenti (Krutwig) porterebbero a un collegamento con la radice preindoeuropea Vina – Vinia del significato di “parete di roccia, altezza”.

Accesso

Si arriva prima all’abitato di Pont Canavese, in Val Soana, che si attraversa. Seguendo la strada tortuosa si raggiunge prima Ronco Canavese, quindi si prosegue per Valprato Soana e poi per la frazione Campiglia Soana. Ci si ferma in un ampio parcheggio dopo il paese, vicino a un’area attrezzata.

Itinerario

Dal parcheggio di Campiglia Soana si percorre la strada sterrata (Reale strada di caccia) che si inoltra nella Valle di Campiglia verso il Pian dell’Azaria. Siamo nel territorio del Parco Nazionale Gran Paradiso.

Cartello indicatore

Si supera un ponte a destra e si prosegue sulla strada che in alcuni punti sale con decisione. Si continua per la strada, a destra è ben segnalato il bivio per il Santuario di San Besso, sentiero 625, che si tralascia e sempre su strada si sale al Pian dell’Azaria.

Pian dell’Azaria

Al fondo del pianoro ci sono sulla destra le Grange Barmaion a 1650 m, si prosegue sulla strada e poco prima di queste a sinistra inizia il sentiero.

Grange

Attenzione poco dopo a un punto in cui il sentiero volge decisamente a destra, mentre una traccia prosegue dritta. Il sentiero sale e poi percorre il vallone con andamento più dolce.

A destra

Sentiero

Poi si attraversa, scendendo, il Rio del Rancio

Parte di salita

per risalire con più decisione un tratto, parte attrezzata. In un punto il sentiero è leggermente rovinato e si prosegue fino alle Grange del Giardino del Rancio a 2152 m.

Grange del Giardino del Rancio

Data la lunghezza del percorso abbiamo bivaccato in tenda in una valletta, con piccola sorgiva, in prossimità delle Grange del Giardino del Rancio che sono in pessime condizioni.

Dove abbiamo collocato la tenda

Itinerario secondo giorno

Si riprende la Strada Reale, che sale prima verso destra poi a sinistra, fino alle grange del Rancio di Sopra poste a 2240 m.

Verso le Grange del Rancio di Sopra

Luna tra le due punte di Lavina

Da lì si prosegue sempre sulla Strada Reale, bella e comoda.

Si prosegue su tratti ripidi e tratti pianeggianti fino al bivio a 2740 m, dal bivio si prosegue a sinistra strada pianeggiante per il Colle della Cadrega.

Bivio

E la si segue fino all’altezza del Lago di Lavina che si trova in basso; è presente a destra un ometto.

Verso il Colle della Cadrega

Deviazione a destra, ometto

Quindi si sale per la ripida pietraia seguendo gli ometti, il mio amico Angelo ne ha fatti diversi.

Lago

Il percorso è in questo tratto più faticoso dietro di noi il panorama si allarga sulla Val Soana fino al Monte Rosa.

Val Soana

La parte più alta risulta più scivolosa per terriccio e si arriva al canale est a 3121 m che volge con decisione verso destra, in diagonale.

Canale

Si risale il canale: in alcuni punti occorre usare le mani, termina tra le due punte della Lavina.

Bella apertura sulla Punta Tersiva in primo piano e sul Cervino più lontano.

Tersiva e Cervino

Il colletto è posto a 3241 m.

Colletto tra le due punte

Si ritorna indietro di qualche metro dal colletto. Inizia la parte di salita più impegnativa, l’esposizione richiede attenzione.  Ci sono degli ometti. L’attacco è posto pochi metri sotto il colle presso una paretina di rocce rosse,  il riferimento è poi un ometto sulla cresta a sinistra che si aggira. È presente un punto di sosta con cordino, da controllare! Si continua verso sinistra per ripidi gradini rocciosi-terrosi che avvicinano alla cresta.

Gradoni rocciosi-erbosi

Si perviene sulla cresta quasi piana e quindi alla croce della punta sud, 3308 m, della Torre di Lavina. Tempo totale intorno alle sette ore.

Roberto alla croce sulla Torre di Lavina

In cima

Angelo con la Tersiva alle spalle

Panorama grandioso dalla vetta della Torre di Lavina,  si impone il Monte Bianco.

Monte Bianco

Bella vista sul Grand Combin.

Grand Combin

La Gran Becca, il Cervino.

Cervino

Si vedono bene le montagne del Parco del Mont Avic, il Mont Delà in particolare.

Mont Delà

Ritorno

Discesa con le dovute attenzioni, più impegnativa della salita: noi ci siamo incordati e abbiamo fatto sicurezza in alcuni punti.

In discesa

Poi raggiunto il canale si continua la ripida discesa e quindi al termine seguendo gli ometti del vallone di salita (sulla traccia GPX deviazione a destra per cercare i nevai ed evitare per un lungo tratto le faticose rocce). Discesa lunghissima, circa 2000 metri di dislivello.

Materiali: corda da 20 m, alcune fettucce e rinvii, casco. (Traccia a partire dalle Grange del Giardino del Rancio, secondo giorno).


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About author

Roberto Gardino

Sono un insegnante di Educazione Fisica, appassionato di montagna, sempre alla scoperta di nuove mete. Ho fondato, con amici, la Compagnia della Cima. Sono attento all'educazione dei giovani, andando spesso in montagna con gruppi numerosi.

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