Dal libro Ho avuto una vita bellissima, un brano di don Luigi Maquignaz che rispondendo a Giacomo Sado racconta come una scalata può essere davvero una metafora della vita.
Giacomo Sado. «Riprendo io una citazione del filosofo francese Michel Malherbe: “Scalare una montagna è come scoprire la verità passo dopo passo. Richiede solo pazienza e intelligenza”. Condivide?»
Luigi Maquignaz. «Mi ricordo di una volta sul Bianco, sull’Aiguille Noire de Peuterey, al termine di un percorso impegnativo anche per le difficoltà tecniche incontrate…
Una salita che mi ero gustato passo dopo passo… Sensazioni bellissime, in crescendo, una dopo l’altra per l’intera scalata…
Infine, dopo un’arrampicata di grandissime soddisfazioni, una volta raggiunta la cima, avevo solo voglia di gridare di gioia: “Ce l’lo fatta!”. Se non lo feci, fu perché rimasi improvvisamente come catturato, incantato dal panorama che avevo davanti.
Raggiunta la mitica Aiguille Noire de Peuterey, la maestosa grandiosità dell’ambiente circostante è uno spettacolo mozzafiato. Quel giorno provai quasi una sensazione di capogiro. Mi sentii piccolo come una formica e provai proprio l’impressione di essere abbracciato dalle montagne. Una scalata può davvero essere la metafora della vita. E la montagna, il modo per noi di manifestarsi dell’Assoluto».
Dal libro: Ho avuto una vita bellissima, Don Luigi Maquignaz in conversazione con Giacomo Sado, Edizione Tipografia Pesando