In anteprima il nuovo libro di Marco Blatto per Idea Montagna – Collana Rock&Ice: Valli di Lanzo – Le più belle ascensioni classiche e moderne.
Marco Blatto ce lo presenta
Alcuni amici sostengono che, tra gli alpinisti in attività, io sia uno dei maggiori conoscitori delle montagne delle Valli di Lanzo e più in generale delle Alpi Graie Meridionali. Senza peccare d’immodestia posso dire che probabilmente è vero. Nell’avvallare quest’affermazione, è ovvio che non mi appoggi soltanto al mio trascorso alpinistico ed esplorativo.
Sono molti, infatti, gli alpinisti di ieri e di oggi che hanno salito queste vette, spesso con delle vie nuove. Non detengo quindi alcun primato. Il fatto è che questa porzione di Alpi Nord-Occidentali io l’ho studiata in tutti i suoi aspetti fin dal giorno in cui vi ho messo piede con gli occhi di chi si avvicina a un luogo alpino, senza un fine apparentemente utilitaristico.
Ho legato la mia infanzia
al Monte Bianco e al Monte Bianco devo anni indimenticabili del mio percorso di alpinista, così come alle cime del Massif des Écrins e di altre zone delle Alpi, cui sono grato per le emozioni verticali regalatemi. Alle vette delle Valli di Lanzo, però, ai cui piedi vivo ormai da molto tempo, sono debitore per quella scintilla che mi ha permesso di non limitarmi alla scalata.
Qui è maturata una curiosità che mi ha guidato in anni di ricerche, di scritti, di pubblicazioni, interessandomi agli aspetti della geografia fisica e umana, alla storia e all’arte.
Qui, ho capito finalmente che l’alpinismo per me è stato solo un mezzo per infilarmi nelle pieghe più nascoste e misteriose delle montagne, le stesse dove mio nonno esercitava la sua attività di passeur, soprattutto durante la Seconda guerra mondiale.
La geografia dei luoghi
è di naturale divulgazione, e allora le relazioni condivise di una salita possono diventare uno stimolo per andare a conoscere più a fondo una montagna, senza fermarsi agli aspetti più “sportivi” che rischiano di diventare sterili e limitanti. Mi sono detto che una selezione d’itinerari non potrà mai accontentare tutti.
Mediamente non accontenta le mie attese, figuriamoci le diverse “visioni” dell’alpinismo del singolo, la sua volontà di ritrovare questa o quell’ascensione che l’ha particolarmente colpito, quell’itinerario che non doveva assolutamente mancare. Mi sono convinto, quindi, che questa sarebbe stata la “mia” selezione di salite.
Essa segue uno dei tanti percorsi possibili che è una media tra lo stimolo a una conoscenza geografica e storica delle montagne e la necessità di soddisfare il “rocciatore puro”, l’“alpinista classico” e anche chi ama le “vie normali”.
L’alpinismo di oggi
è un mondo variegato ricco di pieghe, in grado di soddisfare l’amante dell’avventura totale, così come il frequentatore d’itinerari più attrezzati di media e bassa valle. Forse, riguardo certi casi, si potrà giustamente obiettare che l’arrampicata sulle vie attrezzate, pur con caratteristiche “alpine”, non è “alpinismo”, né io intendo affatto sostenere il contrario. E’ certo, però, che su certe pareti è passata la storia dell’alpinismo, lo testimoniano i nomi illustri che vi hanno lasciato una firma.
Valeva la pena suggerire una visita a tali strutture, magari per completare un percorso di conoscenza individuale. Altre volte vi sono delle vie che, seppure attrezzate, per caratteristiche morfologiche possono essere un valido punto di partenza per avvicinarsi a mete più ambiziose, di cui condividono magari il tipo di roccia.
Questo libro colma un vuoto
che dura fin dal 1980, dalla pubblicazione di “Alpi Graie Meridionali” di M. Fornelli e G. Berutto, inserito nella collana Guida dei Monti d’Italia del Cai-TCI. Un vuoto che non è solo “alpinistico” ma anche geografico, essendo le montagne molto cambiate nell’aspetto morfologico per effetto degli eventi climatici.
Ho cercato di colmarlo con l’occhio dell’alpinista e del geografo. Sono convinto che riparlare d’alpinismo su queste montagne sia un valido aiuto per ricondurre a un turismo di qualità e sostenibile, riportando l’attenzione ai nostri rifugi come punto di partenza e non necessariamente d’arrivo.
Valli di Lanzo – Le più belle ascensioni classiche e moderne di Marco Blatto