Bella via ferrata che si sviluppa sia in salita sia in discesa sulle pareti del Catinaccio, dal Rifugio Ciampedie al Catinaccio d’Antermoia in Val di Fassa.
Accesso
Si raggiunge Vigo di Fassa e si parcheggia l’autovettura nell’apposito spazio per navette che vi porta alla base della Funivia che vi porta al Rifugio Ciampedie a 1998 m.
Itinerario
Dal Rifugio Ciampedie si imbocca il sentiero che in 45 minutti porta al Rifugio Gardeccia a 1949 m. Dal rifugio per larga mulattiera si sale tra conifere e ghiaioni, sino al ripiano roccioso dove sorgono i frequentatissimi rifugi Vajolet e Preuss, 2243 m. Si sale dunque sino alla marcata insellatura del Passo Principe (Grasleitenpass), 2599 m dove sorge l’omonimo rifugio.
Descrizione della via di salita della ferrata (versante ovest)
La descrizione riguarda l’itinerario ad anello che permette di raggiungere la cima dal versante ovest e di ridiscendere dal lato opposto per ricongiungersi, attraverso il Passo d’Antermoia, 2745 m al Passo Principe da dove si è attaccata la ferrata.
Dal Passo Principe si sale rapidamente all’attacco della ferrata posto ai piedi della ripida parete di fronte al piccolo rifugio.
Percorrere 50 metri verso sinistra su cengia abbastanza esposta e non protetta, si incrocia uno stretto canalone/cengia che taglia diagonalmente la parte inferiore della montagna con funi metalliche praticamente continue. In breve guadagniamo una nuova esposta cengia che si attraversa con prudenza sino a una ripida placca. Qui si incontra una scaletta metallica che rappresenta il punto più impegnativo della salita, più che altro per l’effetto visivo della scaletta sospesa a 90° sulla parete; si risale con percorso praticamente sempre attrezzato (alternati a tratti di sentiero) sino all’uscita della ferrata sulla cresta nord della cima.
Si guadagna il filo del crinale e si percorrono circa 100 m di cresta spettacolare non assicurata, sino all’evidente croce.
Tempo di ore 1,30 dall’attacco della ferrata.
Discesa sulla ferrata versante est
Dalla cima proseguire per circa 100 m sulla cresta sud, fino (segnale rosso) a scendere con roccette e gradoni verso una lunga cengia obliqua che taglia la montagna. Seguiamo la cengia assicurati con funi metalliche continue sino al ripido canalino che conduce al sottostante salto verticale. Da qui in avanti ripidi tratti attrezzati e spezzoni di sentiero e cengette, sono esposte; la parte finale prevede due scalette abbastanza esposte e ulteriore tratto attrezzato fino al ghiaione sottostante dove si guadagna l’attacco della via, 2670 m, ore 1,30 dalla cima; da qui si imbocca l’evidente sentiero verso destra in direzione del Passo Antermoia (2745 m); da qui, sempre in destra, scendere sino al Rifugio Passo Principe (40 minuti dalla base della ferrata di discesa).
Ritorno
Rientro alla partenza: seguendo l’itinerario di ritorno, Rifugio Principe, Rifugio Vajolet, Rifugio Gardeccia, Rifugio Ciampedie e funivia sino a Vigo di Fassa.
Splendido e panoramico anello di ferrata con squarci di paesaggi immensi e spettacolari; la cima più alta del gruppo permette l’osservazione panoramica ravvicinata del gruppo del Catinaccio.
Roda di Vael, Cima Valbona, Catinaccio, Torri del Vajolet, del Latemar. Poco distanti Sciliar, Gruppo Sella, Marmolada e tutti i principali gruppi dolomitici.
Materiali: normale dotazione per via ferrata.
Considerazioni personali
Tutto il percorso della Via ferrata al Catinaccio d’Antermoia è piacevole e offre moltissimi passaggi attrezzati divertenti. Non ci sono tratti tecnicamente impegnativi, la difficoltà è dettata semmai dall’esposizione di taluni tra questi, come ad esempio la discesa di una scaletta nel tratto iniziale di salita.
Tutti i tratti non attrezzati richiedono invece attenzione e calma, in quanto il terreno è comunque sdrucciolevole e ci si sente “fenomeni”; nel nostro caso qualche complicazione è stata dettata dalle grandinate dei giorni precedenti, che hanno formato una moltitudine di tratti praticamente “innevati” sulle zone di sentiero, in particolare quelle non attrezzate.
La discesa presenta inclinazioni più ripide della salita e avviene maggiormente in ombra e in presenza di ruscellamenti che rendono le rocce scivolose. Queste potenziali circostanze rendono il percorso più faticoso.
La cresta è spettacolare e, pur non essendo attrezzata, non presenta difficoltà di sorta se non per l’esposizione dei versanti.