Una via ferrata, ma non solo, anche alpinistica, lungo la cresta nord e poi nord-ovest al Monte Emilius, cima che dall’alto dei suoi 3559 m domina la Valle Centrale ed in particolare la città di Aosta.
Il dislivello della ferrata, che nel mese di luglio 2023 è stata oggetto di lavori di manutenzione, è di 650 metri senza tenere conto delle perdite di quota; occorre essere allenati ed avere abbigliamento adeguato all’alta montagna.
Il Monte Emilius prima dell’anno 1839 era chiamato Pic de dix heures o Pic Chamosser o Pic Chamoisier; quell’anno il canonico Georges Carrel effettuò l’ascensione insieme a Émilie Argentier e il nome dato alla cima è in onore della ragazza.
Itinerario al Bivacco Federigo
Da Pila si prende la seggiovia Chamolé che porta vicino all’omonimo Lago di Chamolé.
Per il tragitto al Bivacco Federigo si veda la descrizione della salita alla Becca di Nona su questo sito passando dal Vallone di Comboé.
Il bivacco a botte ha sette posti, più due materassi di riserva, recentemente all’interno è stato posizionato un tavolo ed è di proprietà del CAI Aosta.
Itinerario al Mont Ross di Comboé
Si parte dalla quota di 2907 m (l’attacco è subito dietro al bivacco).
Si sale sul lato sinistro della cresta, fino ad arrivare all’attacco della ferrata. (Piccoli segnali gialli con freccia indicano il percorso, sono presenti anche ometti in pietra).
All’inizio la via non presenta particolari difficoltà. Poi una rapida salita permette di raggiungere lo sperone roccioso sovrastante il ponte tibetano. Da lì c’è un breve tratto di discesa, più impegnativo.
Il ponte che ha un appoggio per i piedi continuo è alto rispetto al suolo, l’altezza massima è di 35 metri.
Passato il ponte si riprende a salire, anche con tratti con notevole pendenza
fino al Mont Ross di Comboé, alto 3285 m,
che verso sud-ovest in direzione presenta una cresta che separa i Valloni di Arbolle e Comboè. Il punto è ottimo per una sosta. (Poco prima si trovano sulla roccia le indicazioni delle direzioni).
Itinerario al Monte Emilius
Si va a sinistra prima per facile cresta per poi perdere un po’ di quota e percorrere delle placche, poste sul lato Vallone di Arbolle, ripide.
In questo tratto di cresta c’è più avanti una via di fuga segnalata con un cartello che scende verso il Lago Gelato, e poi si raggiunge la normale verso il Rifugio Arbolle.
Dopo si continua con tratti semplici vicino alla cresta e tratti con passaggi più verticali o esposti. Stando sempre vicino al filo di cresta, sempre sul lato verso Aosta, si incontrano delle belle placconate di granito.
Nel percorso si raggiunge la sommità del Piccolo Emilius, posto a 3342 m. Sul lato settentrionale ha una ripida parete di almeno 450 metri sopra quel poco che resta del ghiacciaio Arpisson occidentale.
Belle aperture sia sul percorso fatto sia su quello da fare!
Si raggiunge un tratto con lunga salita su scalini artificiali.
Vista sulla bella e poco frequentata Punta Garin.
Quindi dopo un lungo percorso di cresta finalmente si vede il tratto finale che precede la vetta del Monte Emilius,
che si attacca andando verso destra e con l’ausilio di scalini artificiali si supera il pezzo più impervio, in un breve tratto inclinazione oltre i 90°; al termine del tratto gradinato su terreno “ghiaioso” si risale camminando fino alla fine del cavo.
Manca poco alla vetta, e si deve ancora percorrere un tratto di cresta che dopo essere passato in prossimità di un cartello relativo alla ferrata porta alla statua della Madonna del Monte Emilius. Il tempo medio è intorno alle cinque ore.
In cima
La statua guarda verso Aosta (la Madonna veglia sulla città) e il panorama è grandioso in quanto l’Emilius è “al centro” della regione: la vista spazia dal Monte Bianco, al Vélan, al Grand Combin, al Cervino, al Massiccio del Monte Rosa da un lato e dall’altro dalla Grivola, al Gran Paradiso, alla Punta Garin, alla Tersiva.
Belli i sottostanti Laghi di Laures.
Ritorno
Si scende dalla via normale, versante sud. Il primo tratto fino al Colle dei Tre Cappuccini richiede attenzione, in particolare nell’ultimissimo tratto, e ci si aiuta anche con le mani. Giunti al Colle si prende il sentiero n. 14 verso il Rifugio Arbolle.
Più avanti guardando a destra si può vedere bene il lungo percorso di cresta.
Materiali: normale dotazione per ferrate.
N.B. Portarsi adeguata scorta d’acqua, dall’alpeggio di Comboé in avanti nessuna fonte d’acqua. Il cavo della ferrata spesso è posizionato in basso e risulta non comodo quando si spostano i moschettoni del kit da ferrata.