Il Dente del Gigante è un’imponente guglia granitica che svetta nel massiccio del Monte Bianco superando di poco i 4000 m. Il monolito finale alto 140 m offre un’arrampicata esposta su ottima roccia. Buona parte del percorso è attrezzato con corde che agevolano la salita e la discesa. Considerato che la meta è molto frequentata, è consigliato, per il ritorno, scendere in corda doppia dalla parete sud.
Accesso
Arrivati a Courmayeur si prende la funivia del Monte Bianco fino al Rifugio Torino dove è consigliato pernottare.
Itinerario
Dal Rifugio Torino si scende lievemente sul Ghiacciaio del Gigante fino a passare a fianco delle Aiguilles Marbrées per poi risalire verso nord-est in direzione del Dente.
Ci si inoltra nella conca sottostante la gengiva risalendo il pendio, inizialmente ghiacciato e successivamente morenico.
Si seguono le tracce che puntano su un grosso gendarme isolato, mantenendosi sulla sinistra dello stesso.
A seconda della stagione è facile incontrare delle ripide lingue nevose da risalire con attenzione.
Raggiunta la cresta nevosa si piega decisamente a sinistra fino a raggiungere un ampio spiazzo detritico-nevoso alla base del Dente detto Salle à manger (2 ore dalla partenza).
Questo è il punto da cui inizia l’arrampicata vera e propria per cui conviene alleggerirsi dei pesi superflui (piccozza e ramponi), eventualmente lasciando uno zaino da recuperare al ritorno.
La via normale che è situata sul versante ovest del Dente viene raggiunta con un traversone di circa 15 m verso sinistra, attrezzato con una corda per tutta la sua lunghezza. Successivamente si deve risalire un canalone di circa 30 m ripido ma con buoni appigli. Questo tratto è privo di corda ma vi sono diversi chiodi e spuntoni per assicurarsi.
Il canalone termina con un comodo terrazzo alla base delle placche Burgener.
Le placche sono lisce e quasi verticali, ma per fortuna sono attrezzate con grossi canaponi ancorati alla roccia ogni 10 m circa.
Superati i primi due canaponi, si raggiunge un piccolo punto di sosta quasi sullo spigolo ovest da cui si vede il versante nord strapiombante.
Il percorso devia verso destra e dopo un faticoso traversone ci riporta sul lato sud-ovest da dove parte un canalino praticamente verticale che si supera a forza di braccia.
Poco dopo la pendenza diminuisce e si arriva a un’esile e aerea cresta dove, dopo pochi metri, termina la corda. Per arrivare alla prima punta del Dente (Punta Sella, 4009 m) manca ancora decina di metri di arrampicata pura su roccia solidissima.
Superata la prima punta si scende per un canalino al sottostante intaglio e si percorre una breve e affilata cresta.
Un’ultima corda aiuta a risalire la Punta Graham (4014 m) dove è stata collocata la statua della Madonna, robustamente ancorata alla roccia.
Bella vista sul Monte Bianco.
Il Dente del Gigante è completamente isolato delle altre cime e dalla sua vetta si gode di una vista spettacolare a 360 gradi. Purtroppo, per questa sua caratteristica, è soggetta ad attrarre i fulmini. Per questo motivo la statua subisce danneggiamenti e richiede periodiche sostituzioni.
Sul versante nord-ovest si vede la Mer de Glace, un lungo serpentone ghiacciato che scende sul lato francese.
Il versante nord offre lo spettacolo dell’esile Cresta di Rochefort.
Dal lato sud si intravede in basso la stazione di Punta Helbronner.
Ritorno
Per la discesa dal Dente è preferibile fare delle calate in corda doppia sul versante sud per non intralciare chi sta salendo.
La parete sud offre diversi punti di sosta attrezzati con catene, naturalmente tutti posti su parete strapiombante. La prima sosta attrezzata è posta appena sotto la Punta Sella.
La prima calata procura una certa emozione, essendo protesi su uno strapiombo di 150 m.
Con corde di 60 m si completa la discesa con tre calate ma noi, per timore di non trovare le soste, ne abbiamo fatte di più.
Infine, atterrati sull’ampio nevaio alla base della parete si torna alla Salle à manger e si recupera il materiale lasciato all’andata.
La discesa dalla Gengiva segue le tracce della salita facendo attenzione agli ometti presenti lungo il percorso. Alcuni punti sono esposti e vanno affrontati con cautela. Arrivati al ghiacciaio si ritrova la traccia che porta al rifugio.
Materiali: piccozza, ramponi, casco, 2 mezze corde da 60 m, cordini, rinvii, moschettoni.