Da Zinal al Bishorn, la famosa montagna delle dame, uno dei 4000 meno difficili, abbinata alla Pointe Burnaby e al cospetto del Weisshorn.
Accesso
Per il Bishorn risalire fino a Zinal (1675 m) e proseguire lungo il centro abitato fino in prossimità delle case di Les Dobers, deviare a sinistra e seguire la strada in salita fino a trovare le indicazioni per la Cabane de Tracuit. Lasciare l’auto poco prima del divieto di transito.
Itinerario
Imboccare la strada sterrata di fronte che in breve diviene un sentiero. Questo sale ripido e con numerosi tornanti in mezzo al bosco fino all’Alpe Tracuit (2061 m), indicata da una grande croce. Si segue una mulattiera che con pendenza costante tra ampie svolte e lunghi traversi porta verso il Roc de la Vache all’imbocco della valle del Torrent du Barmé.
Proseguendo si passa accanto l’Alpe Combautanna (2578 m) e si prosegue su sentiero ripido e poi su pietraia in direzione del Col Tracuit. Un lungo traverso e una ripida pietraia portano sotto un canalino che nel tratto finale richiede una breve arrampicata su roccia, è presente una catena. Si sbuca sulla cresta con vista sul ghiacciaio sottostante e proseguendo verso destra si raggiunge la Cabane de Tracuit (3256 m).
Itinerario dal rifugio
Dal rifugio si seguono le tracce, ometti, che raggiungono la lingua terminale del Turtmann Gletscher. Calzati i ramponi e incordati si risale il ghiacciaio frontalmente,
è poco ripido, per poi procedere leggermente verso sinistra attraverso una zona crepacciata.
Giunti alla base del versante nord-ovest si risale l’ampio pendio, fino alla sella tra la Pointe Burnaby e la vetta vera e propria.
Quindi si supera un crepaccio coperto e si sale il breve e ripido tratto finale che conduce sulla piatta cima (tempo intorno alle ore 2,50).
Visione spettacolare del vicino Weisshorn e su una miriade di 4000. Si vede la cima del Cervino a sinistra.
Al centro della foto domina il Monte Bianco.
Salita alla Pointe Burnaby a 4135 m,
stando vicino alla cresta: salita più impegnativa della precedente, anche se breve.
Ritorno
In discesa dalla Pointe siamo stati leggermente più bassi e ci siamo ricongiunti alla via. Si prosegue lungo la stessa via di salita.
E’ un itinerario semplice dal punto di vista tecnico ma che richiede attenzione per i crepacci della parte iniziale ed è impegnativo il secondo giorno perché è lunga la discesa fino a Zinal.
Materiali: normale dotazione per ghiacciaio, corda, piccozza, ramponi.
Racconto ascensione
Ho seguito la strada del Sempione fino al Passo omonimo, sceso a Briga mi sono trovato con Pedro, Alessio ed Helene. Poi strada per Visp e Sion. Da Visp abbiamo proseguito fino a Sierre e poi deviato verso la Val d’Anniviers. Risaliti fino a Zinal, bella località a 1675 m, e proseguito lungo il centro abitato fino in prossimità delle case di Les Doberts.
Abbiamo deviato a sinistra e seguito la strada in salita fino a trovare le indicazioni per la Cabane de Tracuit. Lasciata l’auto poco prima del divieto di transito, ci siamo preparati per la salita dopo aver fatto uno spuntino anche con le albicocche comprate vicino a Visp (famose e buone).
Abbiamo imboccato la strada sterrata di fronte che in breve diviene un sentiero. Questo sale ripido e con numerosi tornanti in mezzo al bosco fino all’Alpe Tracuit, 2061 m, indicata da una grande croce, si vede che il cristianesimo ha inciso in questa valle.
Abbiamo continuato la salita su una mulattiera che con pendenza costante tra ampie svolte e lunghi traversi porta verso il Roc de la Vache all’imbocco della valle del Torrent du Barmé. Più in alto siamo passati accanto all’Alpe Combautanna (2578 m) e proseguito su sentiero ripido e poi su pietraia in direzione del Col Tracuit.
Un lungo traverso e una ripida pietraia portano sotto un canalino che nel tratto finale richiede una breve arrampicata su roccia, aiuto di una catena. Siamo sbucati sulla cresta con vista sul ghiacciaio sottostante e abbiamo proseguito verso destra e raggiunta la Cabane de Tracuit (3256 m), meno male perché faceva freddo in ore 3,40; Pedro era già arrivato da almeno 10 minuti!
Meritato riposo e cena con persone di lingua tedesca e francese, c’era veramente gente da tanti punti dell’Europa.
Dal rifugio, dopo la colazione mattutina, abbiamo seguito le tracce (ometti) che raggiungono la lingua terminale del Turtmann Gletscher. Calzati i ramponi e incordati abbiamo iniziato a risalire il ghiacciaio frontalmente (poco ripido) per poi procedere leggermente verso sinistra attraverso una zona crepacciata. Siamo giunti alla base del versante nord-ovest e abbiamo risalito l’ampio pendio, fino alla sella tra la Pointe Burnaby e la vetta vera e propria. Superato un crepaccio coperto siamo risaliti sul breve e ripido tratto finale che conduce sulla piatta cima (ore 2,50).
Panorama mozzafiato: Dio ha fatto un pezzo di mondo bellissimo, fortunati gli svizzeri! In particolare la parete nord della Weisshorn è impressionante, semplicemente “la montagna” rivaleggia in bellezza con il Cervino.
Dopo Pedro, Alessio e io siamo saliti sulla Pointe Burnaby, 4135 m, stando vicino alla cresta, salita più impegnativa della precedente, anche se breve. In discesa dalla Pointe siamo stati leggermente più bassi e ci siamo ricongiunti a Helene che ci aspettava sotto. Discesa lungo la stessa via di salita con gli occhi pieni della bellezza di ciò che vedevamo.