La vetta più alta dell’Alto Adige, l’Ortles (Ortler) 3905 m, nonché di tutte le Alpi a oriente del Bernina, con pernottamento al Rifugio Julius Payer, via normale alpinistica, PD+.
La via normale, che sale da nord, la più facile tecnicamente, non è da sottovalutare sia in quanto si presenta a tratti esposta sia per il ghiacciaio, con seracchi e crepacci. Nel tratto che precede il Bivacco Lombardi, a 3316 m, il ritiro del ghiacciaio ha lasciato scoperta la roccia per circa una decina di metri, e le difficoltà su questa sono valutate intorno al III. I tratti su roccia precedenti a questo passaggio sono attrezzati con funi metalliche, scalette e catene. In caso di cattivo tempo o nebbia, la parte alta della via su ghiacciaio, con scarsa pendenza e senza punti di riferimento, può essere difficoltosa. Ascensione da intraprendere con tempo assolutamente sicuro, classificata PD+. Su questo sito il bell’articolo Ave Maria sull’Ortles.
Accesso
Si raggiunge Solda (Sulden) in Val Venosta, 1906 m.
Itinerario
Si parte dietro la chiesa di San Geltrude, prendendo il sentiero n. 4, che risale in direzione nord attraverso un bosco di cirmoli e larici. Poi su ripidi sfasciumi di morene, quindi si arriva al Rifugio Tabaretta a 2556 m, raggiungibile in circa 2 ore. Dopo il rifugio, il sentiero continua, sempre verso nord, in leggera salita, si attraversa un pendio ghiaioso, poi si sale un tratto ripido in un canalino e si perviene su una sella, la Forcella dell’Orso a 2871 m, sulla cresta della Tabaretta. Si continua verso sud, a destra del crestone che presenta tratti attrezzati fino al Passo della Tabaretta a 2903 m. Da lì il sentiero si innalza sulla cresta fino ad arrivare al Rifugio Payer a 3029 m, dopo circa 3,30 – 4 ore di cammino da Solda.
La variante più breve è prendere la seggiovia dell’Orso che porta al Rifugio K2, a 2330 m, per poi seguire il sentiero n. 10, si sale sulla morena e si arriva al sentiero n. 4 che sale da Solda passando dal Rifugio Tabaretta.
Il Rifugio Iulius Payer domina la costiera.
Un rifugio da ricordare per la cucina e il servizio, ai tavoli con personale vestito con costumi tipici della vallata.
Si parte al mattino presto dal rifugio e si segue il sentiero verso sud, aggirando a destra la Punta Tabaretta, 3218 m, fino a un intaglio roccioso proseguendo dall’altro lato verso l’attacco della cresta rocciosa vera e propria.
Si scende qualche metro su roccette (II), e si raggiunge poi la cresta principale a sud della Punta Tabaretta. Da lì inizia un tratto della salita con passaggi di arrampicata, non difficili, sul filo di cresta o subito a destra della cresta stessa.
Infine si riprende la cresta con un passaggio esposto (II), sopra il passaggio c’è un fittone che può essere utilizzato per la calata al ritorno. Si raggiunge quindi una elevazione secondaria e poi si scende su sentiero su detriti a una piccola sella sotto un salto si rocce di circa 50 m (catena).
Dalla sommità la cresta risulta meno impegnativa (ogni tanto qualche parte è attrezzata).
Con passaggi di facile arrampicata, si rimane sul filo di questa o nelle sue prossimità, ci sono evidenti tracce di passaggio. Qui la via diviene più esposta e, dopo alcuni passaggi piuttosto aerei, si scende a una seconda sella dalla quale si deve prendere una via attrezzata con scale e catene, che risale prima una parete di circa 60 metri. Poi si attraversa a destra della cresta, sempre con catene e funi metalliche in aiuto, delle placche esposte che portano fino a una spalla dalla quale ora si mette piede sul ghiacciaio intorno ai 3200 m.
Si attraversa in piano verso destra sul margine del ghiacciaio vero e proprio per poi risalire il vallone chiamato Eisrinne. Appena le rocce terminano si risale il pendio di neve e ghiaccio sulla sinistra (pendio dominato da qualche seracco, meglio percorrerlo in fretta). Si arriva sotto il dosso dove vi è il Bivacco Lombardi a 3316 m e si può scegliere se superare il pendio di destra su neve o ghiaccio duro e con pendenza abbastanza rilevante, circa 20 m a 40°, oppure attaccare la paretina rocciosa sulla sinistra, sono 10 m con passaggi di II/III e portarsi nei pressi del bivacco dove poi si rimette piede sul ghiacciaio. Si prosegue per un pendio piuttosto ripido (40/45°) che si risale direttamente. A seconda dell’innevamento si possono presentare problemi per attraversare, su ponti di neve, i crepacci più larghi.
Si supera la zona più tormentata del ghiacciaio e a una quota di circa 3600 m i pendii sono meno erti, si compie un ampio giro a semicerchio verso sinistra e si arriva alla vetta dell’Ortles.
In cima
Per la posizione e l’altezza la vista è magnifica.
Ritorno
Si ripercorre il percorso di salita.
Materiali: imbrago, corda, picozza, ramponi, casco e normale dotazione per sicurezza su ghiacciaio.
Nel ritorno in auto si percorre la strada dello Stelvio, tra l’altro il nome del bellissimo SUV Alfa Romeo!