Alpinistica alla Punta Collerin, 3475 m, salita dal Pian della Mussa in Val d’Ala passando prima dal Pian del Gias poi dal Passo del Collerin ed infine seguendo la Cresta Sud Sud-Ovest. L’idea di questa salita mi è nata leggendo la descrizione sul bellissimo libro di Marco Blatto: “Valli di Lanzo – Le più belle ascensioni classiche e moderne” dove è descritta magistralmente.
Accesso
Si percorre tutta la Val d’Ala fino al Pian della Mussa e si parcheggia al termine dello stesso.
Itinerario
A sinistra della strada asfaltata che sale, nell’ultimo tratto, al Rifugio Città di Ciriè, si imbocca la strada sterrata. Quindi si oltrepassa il torrente sul ponte e si costeggia lo stesso.
Finché si arriva al cartello che indica il Rifugio Gastaldi e da lì ci si volge decisamente a destra e si risale l’erto sentiero, il n. 222.
Bella vista sull’Uja di Ciamarella, 3676 m, la cima più alta delle Valli di Lanzo con la sua caratteristica parete segnata da profondi canaloni ai cui fianchi ci sono le creste chiamate “Lance”.
Si percorre il sentiero, con alcuni brevi tratti su roccia attrezzati con un cavo e si raggiunge in 1,10 ore circa una dorsale erbosa con un grande masso, la zona è chiamata Pian dei Morti, a 2150 m.
Quindi si prende il sentiero 223, tralasciando di continuare sul sentiero per il Rifugio Gastaldi, e si risale la dorsale erbosa lungo la traccia.
Si passa al Gias della Naressa a 2209 m e si sale con diagonali, lunghe, la zona prativa. Dopo si supera un gradino roccioso e si continua la salita; più avanti si incontra sulla destra orografica sinistra una deviazione che porta anch’essa verso il Rifugio Gastaldi.
Siamo ora sul tragitto del Tour della Bessanese, un giro ad anello di 32 km intorno alla Bessanese. Il percorso si fa in tre giorni tra i rifugi Cibrario in Italia, d’Averol in Francia e Gastaldi in Italia. Si continua fino a raggiungere una zona detritica sulla destra idrografica del torrente.
Ad un certo punto c’è un ponte di legno sul torrente con le indicazioni per l’Uja di Ciamarella. Si prosegue in direzione nord-ovest, siamo sul Pian Gias.
Si continua su sfasciumi, roccette e glacionevato con poca pendenza fino a circa 2800 m. Di fronte, salendo, si vede bene la bastionata rocciosa della Punta Collerin.
Quindi si punta in direzione del Colle del Collerin posto a sinistra dell’omonima cima; si può trovare ghiaccio sotto le pietre e la salita si fa più impegnativa.
Nella parte terminale, sul lato sinistro idrografico del canalone, che ha un’inclinazione di 30° – 35°, ci sono dei canaponi che facilitano la salita stessa su brecciolino. Visto il periodo, tarda estate, non c’era più neve.
Si raggiunge il Passo del Collerin a 3207 m con vista sulla Valle dell’Averole.
Itinerario dal Passo del Collerin
La prima parte del percorso si fa volgendo a sinistra, su sfasciumi seguendo i radi ometti.
Si giunge in cresta, il lato italiano scende vertiginosamente, quello francese è meno erto. Chiaramente si sta sul versante francese, salvo un piccolo tratto. Prima dell’erta finale la Cresta Sud Sud-Ovest diventa più esile ed impegnativa; noi abbiamo proseguito lateralmente stando fronte alla parete con le dita delle mani poste sul filo di cresta.
Dopo un breve tratto meno impegnativo si arriva alla Punta Collerin, a 3475 m, dove è posizionata una Madonnina.
Dalla cima sulla dorsale verso l’Uja di Ciamarella ci sono la Piccola Ciamarella e la Punta Chalanson.
In territorio francese l’Albaron di Savoia.
Il lontananza, sempre completamente in territorio francese, si vede il bel ghiacciaio della Pointe de Charbonnel.
Ritorno
Il nostro è stato un percorso “particolare” avendo lasciato parte dei materiali prima della salita al Passo Collerin ed essendo calata la nebbia. Siamo scesi sotto cresta sul versante francese a mezza costa facendo attenzione ai tratti nevati ed alle rocce bagnate, per ricongiungersi alla traccia seguita sopra il Passo del Collerin (da non ripetere).
Conviene scendere dalla Via Normale raggiungendo prima il Passo di Chalanson e da lì ricongiungersi al Pian del Gias, vedere il libro: “Valli di Lanzo – Le più belle ascensioni classiche e moderne” Edizioni Idea Montagna.
Materiali: con neve piccozza e ramponi, imbrago, corda da 30 metri.