Una bella poesia di Antonia Pozzi, poetessa che frequentò intensamente la montagna dal 1929 al 1938 e trovò in essa profonde ispirazioni: la poesia è intitolata Rifugio.
Nebbie.
E il tonfo dei sassi
dentro i canali.
Voci d’acqua
giù dai nevai nella notte.
Tu stendi una coperta per me
sul pagliericcio:
con le tue mani dure
me l’avvolgi alle spalle, lievemente,
che non mi prenda
il freddo.
Io penso
al grande mistero che vive
in te, oltre il tuo piano gesto;
al senso
di questa nostra fratellanza umana
senza parole, tra le immense rocce
dei monti.
E forse ci sono più stelle
e segreti e insondabili vie
tra noi, nel silenzio,
che in tutto il cielo disteso
al di là della nebbia
Rifugio – poesia di Antonia Pozzi, Breil 9 agosto 1934
Lei visse una stretta famigliarità con la montagna da cui trasse un esempio per vivere sempre più in alto. “Un incontro scontro con l’asprezza della roccia, ogni sguardo reso più limpido dal candore della neve e dalla durezza del ghiaccio, ogni fatica affrontata per innalzarsi dalle valli alle vette, diventa per Antonia un’esperienza spirituale“. (Onorina Dino)
Segnaliamo il bel libro di Marco Dalla Torre, Antonia Pozzi e la montagna, che ne ricostruisce l’attività alpinistica e ne indaga la relativa trasfigurazione poetica. Per lei la montagna è una linea tematica fortemente originale all’interno del suo canzoniere. L’autore, trentino di origine, si interessa alla letteratura e pratica l’alpinismo; ha trovato il modo di intrecciare queste due passioni dedicando diversi saggi a poeti che hanno amato e praticato la montagna.