Una interessante via alla Courbassera Grande in Val d’Ala, dalla frazione Pian del Tetto di Ala di Stura, rivisitazione della storica Via Rosenkrantz, ora diretta sulla cresta sud. Prima salita: probabile Giorgio Rosenkrantz slegato, fine anni ’40 primi anni ‘50. Rivisitazione essenziale: M. Blatto, U. Lardieri marzo 2023. Sviluppo: 90 m circa fino alla S3, 200 m se si arriva fino alla croce di vetta. Difficoltà: AD+/D-; II/RS2+; V ( IV obbligatorio).
Pensare alle Courbassere come a un terreno d’arrampicata appetibile, secondo i canoni odierni, è piuttosto difficile. La roccia è discontinua, spesso talcosa o friabile, e i pericoli oggettivi dettati dall’ambiente circostante non sono indifferenti. Anche parlare d’alpinismo sarebbe fuori luogo, perché la bassa quota e la vicinanza al centro abitato non ne fanno certamente uno dei terreni d’avventura d’elezione. Eppure sulle pareti delle Courbassere, storiche “firme” lasciate dagli anni ’30 in poi, dai fratelli Gandolfo, dai fratelli Rosenkrantz, da Franco Ribetti e, in tempi più recenti, dal sottoscritto con alcuni “local” e dai fratelli Enrico. Anche il bouldering storico, com’è noto reca firme autorevoli, dai già citati “pionieri” a Gian Piero Motti, Gian Carlo Grassi, e addirittura personaggi di grande calibro anche se non confermati.

Le Courbassere
Una nota storica su Giorgio Rosenkrantz
Il panorama e la pace che si godono dalla croce di vetta, ti fanno sembrare di essere su una cima importante e ti ripagano delle poche ore spese lassù. Mi sono così trovato a percorrere le abbandonate vie “Rosenkrantz” e “Gandolfo” del versante meridionale, dove il grado basso non deve però far rilassare troppo: la roccia è davvero molto delicata e a tratti erbosa. Il tutto va visto nell’ottica di una giornata di “montagna” e non certo d’arrampicata e d’alpinismo. In particolar modo mi sono così affezionato alla Cresta Sud. Sulla guida “Palestre delle Valli di Lanzo”, compilata da Gian Piero Motti nel 1974, la salita di questo itinerario è attribuita a Giorgio “Gino” Rosenkrantz, anche se mancano dati certi. Pur conoscendo l’abilità dell’alpinista accademico, uno dei migliori dell’area piemontese a cavallo degli anni ‘30 e ‘40, è piuttosto difficile pensare che abbia seguito fedelmente lo spigolo di cresta in scarponi e senza corda, come riportato da Motti.
Anche il superamento del “gradino” finale sembra richiamare a una soluzione più a destra, logica, e più conciliante ai gradi dichiarati nella monografia primigenia. Mi sono chiesto spesso se sarebbe stato giusto riproporre questa via con soste moderne e qualche protezione sicura. Le risposte che mi sono dato nel tempo sono state talvolta in contrasto tra loro. Si fosse trattato di una via in alta montagna, la risposta sarebbe stata certamente no. Tuttavia, la palestra delle Courbassere è stata a lungo dimenticata nel corso dei decenni, e lasciare tutto com’era sicuramente rischierebbe di gettare nell’oblio anche la testimonianza della maestria di Giorgio Rosenkrantz pur su queste rocce minori.
In ogni caso, in tanti anni è probabilmente sopraggiunta l’instabilità di alcune rocce e delle lame, che nella proposta dell’itinerario a eventuali ripetitori di oggi, rende necessaria qualche piccola correzione. Così, anche l’attacco originale, mai definito realmente, è oggi possibile con un certo interesse soltanto con la nuova placchetta aggiuntiva iniziale.
Accesso
Risalire la Val d’Ala fino a Ala di Stura e dopo l’hotel Raggio di Sole girare a destra per la borgata Pian del Tetto, dove si parcheggia nell’ampio piazzale a destra della strada asfaltata.
Avvicinamento
Seguire le indicazioni per Le Courbassere, imboccando una strada e poi un sentiero (palina). Passare vicino allo spiazzo con fontana Airal d’lou fountanin, presso l’Alpe Credarian, preceduta da caratteristici massi dove si allenava Giampiero Motti.
Continuare a salire lungo il segnavia 239, ripidamente, con tratti ghiaiosi e franosi non sempre agevoli, ma con percorso ben indicato. Raggiunta una zona di conifere, s’incontra il bivio per la Courbassera Piccola (tacche rettangolari di vernice rossa e bianca e scritta “Via delle Placche”). Proseguire invece a destra sempre lungo il segnavia 239 (via normale della Courbassera Grande) e, dopo venti metri, a sinistra s’intercettano degli ometti che salgono in un breve ma ripido canale erboso e una scritta su masso: “ Via Rosenkrantz diretta”. Salire pochi metri e raggiungere l’attacco (scritta alla base; 50’-1h da Pian del Tetto)
A un bivio segnalato lasciare a destra i segnavia per la via normale della Courbassera Grande e rimontare il canale detritico assai ripido tra le due cime. Salire quasi fino al colletto delle Courbassere e, poco prima di questo, reperire a destra gli attacchi delle vie
Itinerario

Attacco Via Rosenkrantz diretta
Salire una facile placchetta nerastra con andamento obliquo verso sinistra IV-, e oltrepassare uno spigoletto oltre il quale vi è un esile terrazzino con la S1 su due fix da collegare (10m).

Primo tiro Via Rosenkrantz diretta
Salire direttamente sopra la sosta un muretto articolato IV e dopo un fix proteggersi nella fessura a sinistra allungando in po’ la protezione. Scavalcare un pilastrino facile (III), poi portarsi sullo speroncino successivo (1 fix) e superare un passo delicato (V) fino a un gradino. Raggiungere un gradino rovescio con un fix, e passare alla sua destra tra il canale diedro e il gradino (a sinistra lame poco stabili, attenzione!), salire in spaccata rientrando a sinistra fino una zona di fessure più grandi (IV-). Proteggersi in alto con un 2BD e traversare con gran passo a destra (IV-) portandosi verso una spaccatura che va a incidere lo strapiombino superiore (allungare un po’ i rinvii).

Seconda lunghezza Via Rosenkrantz diretta
Superare il raccordo tra lo spigolino e il gradino, ribaltandosi sulla placca a destra, quindi superare una larga spaccatura, ben appigliata (1 fix, IV+). Ribaltarsi sulla placca erbosa soprastante, che si protegge in fessurino con uno stopper piccolo. Raggiungere quindi la S2 (2 fix con anello di calata; tiro di 45m).

Arrivo in sosta sulla terza lunghezza della Via Rosenkrantz diretta
Superare la placca soprastante (attenzione alle scagliette, 1 fix), quindi una breve sporgenza (IV+, 1 fix).
Proseguire su roccia articolata e abbattuta, ma che richiede attenzione per via delle scaglie fragili (III-), fino a un breve gradino. Superarlo III (1 fix) e superare l’ultimo muretto proteggendosi eventualmente nella fessura di destra con un 2BD (IV-). Guadagnare quindi il gradino con la S3 (2 fix con anello di calata, 30 m).

Crestina facile ma delicata, quarta lunghezza
La cresta si fa ora più abbattuta, diventando una nervatura che emerge da fasce erbose e detritiche. Seguirla interamente per 40 metri (roccia delicata, II+) proteggendosi all’occorrenza con friend, e raggiungere un piccolo prato inclinato, dove si sosta a un larice con cordone (S4, 35 m). Ripartire direttamente per placche rossastre e seguire un’evidente spaccatura che supera il saltino superiore (II+) fino a uscire al “pilonetto” di pietre dell’anticima, presso le corde fisse della via normale (sostare a uno degli ancoraggi resinati o a uno spuntone appena sotto; 25 m). Di qui, con pochi passi (corda fissa) si giunge alla croce di vetta della Courbassera Grande.

“Pilonetto” alla Courbassera Grande
Ritorno
Lungo la via normale. Belle aperture sulla Via delle Placche a La Courbassera Piccola.

Via delle placche a La Courbassera Piccola
Note: nonostante il restyling, la via continua ad avere caratteristiche “di montagna”, con lame instabili e appigli/appoggi da verificare. La chiodatura, inoltre, è assai distanziata e limitata solo ad alcuni passaggi. Bisogna sapersi proteggere su una roccia non semplice.
Materiali: due mezze corde consigliate, stopper medio piccoli, friend 0,4, 0,75, 1,2 doppio. 3 utile ma non indispensabile.