Dalle Alpi alle Ande per scoprire un cammino

Questo è  il diario scritto in Perù: l’incontro con l’opera di padre Ugo De Censi – l’Operazione Mato Grosso ed i volontari che la animano – dal titolo: “Dalle Alpi alle Ande per scoprire un cammino”.

Carissimi amici, stamattina sono partiti Francesco, Roberto, Giorgio, Massimo e Danilo insieme alle due guide “don Bosco en los Andes” (il secondo da destra è il famoso César Rosales). Oggi salgono al Rifugio Ishinca, 4390 m, domani scalata al Nevado Ishinca, 5530 m, mercoledì ritorno al Centro Casarotto. Io sono rimasto al Centro a riposare perché i postumi della bronchite presa al Meeting di Rimini non sono passati. Vi manderò alcuni messaggi per descrivere il significato di questa spedizione. È il mio modo di contribuire alla spedizione.

Messa prima della partenza

Padre Ugo De Censi

Alcune note per capire. Ugo De Censi nasce a Polaggia (Sondrio) il 26 gennaio 1924. Sua madre Orsola muore quando ha 16 anni. Viene ordinato prete salesiano nel 1952. Per 20 anni lavora coi ragazzi difficili del Centro di Arese. Nel 1966, padre Piero, missionario salesiano in Brasile (zona Mato Grosso), torna in Italia e visita i ragazzi di Arese. Padre Ugo, colpito dai racconti sulla povertà lancia la proposta: “perché non andiamo ad aiutarlo?”. Nel 1967 parte il primo gruppo di volontari: padre Ugo li segue dal letto, ammalato di tbc. È nata l’Operazione Mato Grosso che nei 10 anni successivi, si sviluppa in tutta Italia. Nel 1976 parte per il Perù e viene nominato dal vescovo locale “parroco di Chacas”, a 3400 metri, nel cuore delle Ande, ai piedi della Cordillera Blanca. Da questo momento fino alla morte (2018) la sua vita coincide con la vita e lo sviluppo dell’OMG.

Strada per arrivare a Chacas

Alcune riflessioni sulla vita di padre Ugo

  •  Laureato in Teologia e Scienze Politiche, ha fondato l’OMG a cavallo del ‘68 e ha vissuto in mezzo ai “campesinos” che venivano reclutati per la lotta armata… Nei suoi scritti non ho ancora trovato traccia di polemiche pro o contro la “teologia della liberazione” che in quegli anni infiammava la Chiesa dell’America Latina e non solo. Primo dei sette punti chiave dell’OMG: “lavorare anziché discutere”.
  • Sendero Luminoso nasce negli stessi anni dell’OMG (’69-70) fondato da professori e studenti di Ayacucho, una zona andina depressa a sud di Lima e a nord-ovest di Cuzco. Passa alla lotta armata nel ‘79 dopo la repressione violenta di una protesta contadina con decine di morti. Padre Ugo è appena diventato parroco di Chacas nel ‘76. L’opera dell’OMG non sfugge a Sendero Luminoso che, prima della sua sconfitta militare, fa in tempo a uccidere anche due volontari: Giulio Rocca nel ‘92 e padre Daniele Badiali nel ‘97, con l’accusa di “addormentare le coscienze”.

Ospedale di Chacas

  • Padre Ugo ha sempre voluto che l’OMG fosse aconfessionale e non ha mai cercato il riconoscimento della Chiesa come per altri movimenti. L’unico riconoscimento che cercava era quello del suo Vescovo della diocesi di Huari. Non ha mai fondato un ordine religioso e ai preti cresciuti nei gruppi dell’OMG che arrivavano missionari ha indicato di mettersi a disposizione dei vescovi.
  • Eppure, nel 1992, il vescovo di Huari chiede a padre Ugo di costruire un Seminario e curare la formazione dei sacerdoti con lo spirito dell’OMG. Attualmente ci sono 40 seminaristi e rettore è padre Gaetano Galbusera. (9/9/2024)

Stanza di padre Ugo De Censi

Le opere dell’OMG

Premessa: le Ande sono la spina dorsale dell’America Latina. Ancora oggi il paesaggio fuori dai centri abitati è uguale: case di fango pressato e tetti di paglia o lamiera. Ci si muove a piedi, i pesi trasportati a spalla o a dorso di animale. Tutto viene fatto a mano. Possiamo immaginare dalle foto cosa trovò padre Hugo nel 1976 quando, dopo 14 ore di viaggio su strade sterrate su camion impossibili, arrivò da Lima a Chacas a 3400 metri di altitudine, al centro di circa un migliaio di villaggi aggrappati alla sierra andina. Quando la povertà diventa miseria insopportabile obbliga i campesinos ad abbandonare le montagne per cercare una vita migliore che difficilmente incontreranno. Lima, uguale a tutte le città Sud Americane super caotiche, offre grandi grattacieli circondati da baracche senza acqua, luce, fognature… Sulla sierra, sulle montagne, rimangono i vecchi, i bambini, le madri e le mogli che aspettano inutilmente il ritorno di figli e mariti.

Vista dal Nevado Ishinca

Una domanda
Da dove iniziare? Andate a leggere un testo di padre Ugo del 2002, nelle foto che allego a questo testo.

Un elenco non esaustivo delle opere a cui padre Ugo ha dato inizio

Esse vengono sostenute dai gruppi OMG.

1. Scuola bottega don Bosco – collegio gratuito di 5 anni – nata nel 1979: i giovani imparano a intagliare il legno.
2. Cooperativa artigianale don Bosco. I ragazzi ricevono gli strumenti e i materiali per evitare l’ emigrazione. Ci lavorano 500 ragazzi, sparsi in tutti i villaggi.
3. Scuola e cooperativa di tessitura (1982): 300 ragazze che fanno maglioni di alpaca, esportati soprattutto in Italia.
4. Istituto superiore tecnologico (1988) con titoli riconosciuti dal governo. Specializzazioni: elettromeccanica, infermeria, restauro, guida d’alta montagna, archeologia, intaglio.
5. Oratorio delle Ande: nasce nel 1985 con 450 bambini, oggi sono più di 18.000 sparsi in tutti i villaggi. Per 3 anni stanno nell’ oratorio minore (preghiera, gioco, catechismo, mangiare!!..) poi fanno la cresima ed entrano nell’oratorio maggiore (più o meno le medie). L’impegno più serio è costruire la casa ai poveri: ogni anno 200 case. Gli oratoriani hanno costruito anche 3 rifugi: coi proventi si compra il materiale per le case dei poveri.
6. Dal 1989 funziona l’Istituto Superiore Pedagogico approvato dal Governo per formare Maestri che restino nei villaggi andini.
7. Ospedale Mama Ashu, Casa per anziani, scuola per infermieri, casa di accoglienza a Lima (tipo Casa Cilla).
8. Casa per bambini abbandonati a Nana (vicino Lima).


9. Costruzione del Santuario di Pomallucay (lavoro gratuito degli oratoriani, della gente, dei volontari OMG e degli intagliatori).
10. Seminario di Pomallucay.
11. Forestazione ad opera degli oratoriani; riparazione ponti e strade, allacciamento acqua potabile, canali irrigazione, costruzione scuole, aiuti in alimenti alle mense scolastiche, distribuzione divise e materiale scolastico.
12. Costruzione e restauro di chiese.

Alcune riflessioni

a. La carità (quella vera, cioè la condivisione della vita come ha fatto il Dio cristiano nell’incarnazione) rivoluziona anche l’economia di un territorio. Esempio CPPP: “Comitato Parrocchiale Produttori di Patate” – esistono 150 gruppi di Campesinos che coltivano per sé e per contadini bisognosi. Nel 1992 hanno selezionato la “chacasina”, un ibrido di semente che permette in quella zona un profitto di quasi tre volte superiore alla media nazionale.
b. La domanda “da dove iniziare?” si può formulare anche “Carità o educazione?”. L’opera di padre Ugo è totalmente educativa perché di carità. La prima carità è l’educazione; la prima educazione è alla carità (=prendere coscienza che tutto è dono – capitolo X del Senso Religioso).
c. L’OMG, vista da qui, mi appare come una rete fitta di rapporti, incontrando la quale anche il volontario ‘agnostico’ o il turista distratto arriva a conoscere veramente: “per conoscerci non è sufficiente guardare alle opere che facciamo; occorre far caso allo SPIRITO che ci muove, astraendolo dagli errori e difetti con cui ognuno di noi sporca l’ideale. (10/9/24)

 

Principi di padre Ugo per l’O.M.G.

Rifugi andini OMG

12-9-24 ore 11 notizie di aggiornamento degli ultimi 3 giorni.

  • Giorgio Bertin, Roberto Gardino, Francesco Rondinelli, Massimo Robberto e Danilo Gervasi hanno pernottato al Rifugio Ishinca (4390 m) per due notti e sono tornati ieri sera a Marcarà (2700 m) al Centro di Andinismo Renato Casarotto, che è un po’ il nostro Campo Base. Erano tutti sani e… stanchi! Francesco e Robi sono riusciti a salire fino al Nevado Ishinca (5530 m) e hanno rappresentato tutti noi. Vi mando un po’ di foto in attesa di una serata al Cafasso.
  • Io sono rimasto al Centro Casarotto per guarire dei postumi della bronchite presa al Meeting. Per due giorni sono migliorato leggermente. Ieri però sono andato a Chacas che è stata la parrocchia di padre Ugo e cuore dell’OMG dal 1976 a oggi. Un’esperienza stupenda che proverò a raccontare in un prossimo messaggio.
  • Andare a Chacas (3400 m) passando per Punta Olimpica (4600 m) – 5 ore di auto in totale – non mi ha fatto migliorare per cui stamattina sono rimasto ancora al Centro Casarotto, mentre i reduci dell’Ishinca sono partiti per il Rifugio Huascarán (4670 m) e tornano domani sera. (13/9/24)

– Premesse

  • L’avventura dei rifugi andini si intreccia con la storia, le imprese e la generosità di alcuni grandi alpinisti italiani, e con la vetta del Huascarán (6768 m), la montagna più alta del Perù, al centro della Cordillera Blanca. I Nevados (= montagne con ghiacciai) erano visti dai campesinos con timore reverenziale (dimora degli Apu – gli spiriti) e con paura anche a causa delle alluvioni devastanti provocate dai terremoti e dalle conseguenti frane che si riversano nelle lagune di alta quota e che quasi ciclicamente fanno migliaia di morti.
  • I campesinos coltivano fazzoletti di terra e costruiscono case fino a 3500 m. Alcuni di loro venivano sottopagati e reclutati come “cargadores” per portare fino ai Campi Base (5000 metri circa) tutto l’occorrente delle spedizioni internazionali a spalle o con l’asino. Non è facile capire cosa pensa un Cholo (indio in quechua) peruviano ma sicuramente, vedendo quei “gringos” vestiti in modo strano, sapevano solo tacere. E continuare a lavorare.
  • L’OMG negli anni Novanta: su ispirazione del “montanaro” padre Ugo, che stava costruendo l’ospedale di Chacas (l’unica alternativa a 13-14 ore di strade impossibili fino a Lima), nasce l’idea del primo rifugio Laeng in Val Camonica. Costruito interamente a braccia tramite campi lavoro OMG tra il ’93 e il ’98, è intestato a Battistino Bonali. Attualmente ci sono circa 20 rifugi in Italia e 6 in Perù. Nel 2000 è nata la scuola-internato per Guide Andine internazionali riconosciute UIAGM. César Rosales che ha accompagnato Robi Gardino sull’Ishinca (se l’è meritato per la sua dedizione alla Compagnia della Cima!), si merita uno scritto a parte.

Rifugio Ishinca

Renato Casarotto

(1948-1986) Protagonista dell’alpinismo mondiale negli anni ’70 e ’80. Sua moglie Goretta Traverso è compagna nella vita e nella montagna: è la prima donna italiana a salire un 8000 (Gasherbrum II). La sua opera maestra è l’apertura di una nuova via sulla parete nord del Huascarán Nord per la quale furono necessari 17 giorni di scalata in solitaria. Sua moglie Goretta lo aspettava ai piedi della parete! Renato muore sul K2 il 16 luglio 1986, cadendo in un crepaccio a 20 minuti dal campo base. Goretta decide di lasciare il corpo al ghiacciaio, sia per la difficoltà del recupero ma anche perché il silenzio possa custodire il mistero del loro amore reciproco e del loro amore alla montagna. Dopo qualche tempo, il ghiacciaio ha restituito la piccozza che Goretta ha donato al “Centro di andinismo Renato Casarotto”.

Battistino Bonali

(1962-1993) Scalatore di fama internazionale, va per la prima volta a Chacas in Perù nel 1990 e nasce un’amicizia con padre Ugo fino a portare per la prima volta sulla vetta del Huascarán  i suoi ragazzi campesinos.
Nel 1991 scala l’Everest in perfetto stile alpino e si fa fotografare inginocchiato col gagliardetto preparato da sua moglie Alice (Grazie Dio) – quella foto è diventata un’icona dell’epopea che stiamo descrivendo.
Nel 1993 fa stampare cartoline per sovvenzionare l’ospedale “Mama Ashu” di Chacas e sostiene l’idea di fare una spedizione in Perù per portare l’attenzione alla povertà e all’OMG. Il motto “Salire in alto per aiutare chi sta in basso” sintetizza l’ideale con cui Battistino e l’amico Giandomenico Ducoli tentano la “via Casarotto”, ancora non ripetuta dal 1977, sulla incredibile parete nord del Huascarán Nord. Muoiono l’8 agosto 1993 a poche decine di metri dalla cima. Il sacrificio della loro vita spesa a cercare Mistero nella bellezza, ai confini del limite che per natura sua spinge l’uomo a superarlo, senza perdere il cuore e l’impegno per “chi sta in basso”, non ha ancora finito di portare frutti.

– Poesia di Battistino Bonali

Grazie montagna
per avermi dato lezioni di vita,
perché faticando ho imparato a gustare il riposo,
perché sudando ho imparato ad apprezzare un sorso d’acqua, perché stanco mi sono
fermato e ho potuto ammirare la meraviglia di un fiore,
la libertà di un volo di uccelli,
respirare il profumo della semplicità,
perché solo, immerso nel tuo silenzio, mi sono visto allo specchio
e spaventato ho ammesso il mio bisogno di verità e amore, perché soffrendo ho assaporato la gioia
della vetta percependo che le cose vere, quelle che portano alla felicità,
si ottengono solo con fatica,
e chi non sa soffrire
mai potrà capire.

  • Appunti di viaggio – 1

Chacas, la tomba di padre Ugo e la vitalità dell’OMG

Sono stato a Chacas poche ore ma avrei voluto starci una vita. La tomba di padre Ugo è essenziale come il suo stile di vita, come i suoi scritti, e come il carisma lasciato all’OMG: “solo Dios” è scritto sulla lapide.

Tomba di padre Ugo – Solo Dios

Mentre guardavo e sentivo raccontare tutte le opere sociali-educative che l’OMG fa tramite la parrocchia di Chacas e tramite le decine di parrocchie dei villaggi andini dove sono presenti volontari, missionari laici e sacerdoti, adulti e famiglie forgiati alla vita dall’esperienza del carisma di padre Ugo, mi chiedevo: ma come fa a stare in piedi tutto questo?
Eppure, non solo sta in piedi, ma cammina con passo spedito. Ho visto “tenere vivo il fuoco, non adorare le ceneri”. Un fitto reticolato invisibile (ma visibile!!) di volti, amicizie, storie, incontri, esperienze, opere… dà l’idea di un popolo vivo. E dentro di esso, il frutto più bello, è la personalizzazione della fede.

Parrocchia di Chacas

Mi sono ricordato (e indegnamente identificato) in quel che Paolo dice agli Efesini: “prego sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”. (14/9/24)

Don Angelo e don Lino

  • Appunti di viaggio – 2

Giulio Rocca, Fede e Carità

Un titolo così lo metto io perché quelli dell’OMG non ci tengono tanto a ostentare la loro fede, tantomeno a parlarne. Ci tengono a dire che l’OMG è aconfessionale… e fanno bene!! Hanno le porte sempre aperte (letteralmente!) a tutti, anzi, a ciascuno. E poi, dai frutti si riconosce l’albero.
Giulio Rocca, missionario laico OMG, aveva quasi 30 anni, il 1 ottobre 1992, quando alcuni militanti di Sendero Luminoso lo uccisero nei pressi di Jangas, a pochi km da Marcarà, da dove sto scrivendo queste note. Sopra il suo cadavere i suoi uccisori lasciarono un biglietto con scritto: “No a la caridad, sì a la revoluciòn!”
Nella sua camicia macchiata di sangue è stato trovato un biglietto piegato sul quale Giulio aveva scritto, da un lato la lista della spesa che doveva fare come amministratore di varie missioni, dall’altro, a grandi lettere, il nome JESÚS. La strada della carità insegnata da Cristo è la più umana (quindi la più vera) perché educa il cuore dell’uomo così come Dio l’ha fatto. (14/9/24)

Scritto di Giulio Rocca

  • Appunti di viaggio – 3

Ursula, la pizzeria e l’ultimo sogno di padre Ugo

Ursula, 41 anni, fa l’infermiera qui a Marcará, ha tre figli maschi, e mi sta curando gratuitamente da tre giorni con effetti sorprendenti, quasi da miracolo. Abita vicino al Centro Casarotto perché ha sposato Michael, una delle prime Guide uscite dalla scuola di Giancarlo e Marina (2003). Per loro, padre Ugo ha fatto costruire 6 case (vedere foto: per gli standard di qui sono ville!) ciascuna con due appartamenti.
Ursula è nata nel 1983 e sua madre sordomuta è morta nel parto. Hanno chiamato padre Ugo che l’ha subito portata a casa sua e accudita con l’aiuto di Flavia Ballabio, la volontaria italiana a cui aveva affidato il primo Taller Femminile (1982) con scuola di tessitura a Yanama.

Ursula, infermiera a Marcará

Mi ha raccontato che “papà” Ugo la teneva in una mano perché pesava pochissimo e la sua piccola culla che teneva in camera sua era circondata di candele perché la stufa non bastava a scaldare bene. Dopo 3 anni è arrivata la sua prima “sorella”, sempre con le stesse modalità, e dopo 10 anni la terza. “Mamma” Flavia ha adottato giuridicamente le tre bambine, dato loro il proprio cognome e la cittadinanza italiana.

Angelo, Massimo, Michel e Francesco

Ieri mattina, mentre mi misurava la pressione mi ha invitato in pizzeria a Jangas, un’altra missione OMG don Bosco en los Andes a 8 km da Marcarà. Io, Francesco e Massimo siamo andati più curiosi che mai. Uno spettacolo di bontà (la pizza) e di carità (una dozzina di volontari)! …è il bello del buono…

E l’ultimo sogno di padre Ugo cosa c’entra?

Nel 2015, già novantenne e a tre anni dalla sua partenza al cielo, “papà” Ugo manda Nadia de Munari a iniziare i 6 asili e la scuola elementare che nasceranno in brevissimo tempo a Chimbote, la città sulla costa dove negli ultimi anni si stanno riversando migliaia di campesinos che scendono dai villaggi andini col sogno di una vita migliore. Li aspetta letteralmente il deserto e la baraccopoli che cresce a dismisura. Dai volontari OMG non ho sentito parlare d’altro che del “Nuevo Chimbote”, l’ultimo sogno che stanno vivendo.
Tutto il ricavato delle attività di volontariato (come la pizzeria di Jangas), operate dai vari gruppi di giovani e adulti che si formano intorno alle parrocchie andine, viene destinato agli ex-compaesani che sono andati a cercare fortuna in città, hanno trovato la baraccopoli e non hanno più il coraggio di tornare.
In Perù verso il Perù fanno esattamente quello che han visto fare dall’Italia verso il Perù: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. La circolarità della Carità porta esattamente a condividere i bisogni fino a condividere il senso della vita.

Pizzeria di Jangas con Dario

  • Appunti di viaggio – 4

Parrocchia di Marcará – festa patronale del Senor de Chaucayan

Francesco, Massimo, Danilo e Giorgio sono partiti al mattino per il Rifugio Pisco (4675 m), si fermeranno due notti per tentare l’ascensione al Nevado Pisco (5752 m). Io e Roberto siamo al Centro Casarotto a rimetterci in forze.
Mattino – alcuni giovani dell’oratorio Don Bosco en los Andes puliscono la chiesa dopo i postumi della processione di ieri (un mix di preghiera, devozione popolare, petali di rosa, banda, balli profani, botti… da far arrossire le nostre manifestazioni del Sud!) mentre gli altri stanno facendo varie attività nei saloni della parrocchia. Alle 11, tutti a messa.

La chiesa strapiena e la preghiera così composta mi ha fatto invidiare don Davide, il giovane prete italiano missionario fidei donum OMG che ha preso le redini della grossa eredità di don Elio, parroco di Marcará per tanti anni (è sepolto in chiesa) e che ha lavorato gomito a gomito con Giancarlo e Marina per i 15 anni che loro hanno passato a Marcará facendo la scuola di Guide Andine e il Centro Casarotto.

Processione a Marcarà

ISPEC

Visita alla sezione staccata dell’università ISPEC (locali adiacenti alla parrocchia). Vi studiano 19 ragazzi selezionati tra i più poveri e meritevoli, dalle varie scuole superiori (tallers) dell’OMG. Sono entrati a 17 anni, vivono cinque anni di collegio gratuito con Enrico, Marta e i loro tre figli, e usciranno a 23 col titolo di professori di matematica, riconosciuto dallo Stato. Domani partono per tre giorni di vacanza: trekking, tenda, chitarra e sacco a pelo in giro sulle Ande a 5000 metri, in mezzo a panorami mozzafiato nella più bella cattedrale che Dio ha fatto.

Pizza della carità

Pizza della carità nei locali della parrocchia – Robi ha voluto fare il bis e alla fine ne abbiamo mangiato una e mezza a testa. Non era pesante, tanto è vero che mentre scrivo queste note, lui sta già dormendo saporosamente. Il profumo della carità si respirava dalla rumorosa gratuità dei giovani volontari e nasce dal fatto che, lavorando gratis per Chimbote, sperimentano di far parte di un popolo nel quale si rende evidente che un grande Ideale diventa carne. (15/9/24)

  • Appunti di viaggio – 5

Fiori chiusi

La bellezza di queste montagne baciate da Dio la vedi dopo un po’, con faticose marce di avvicinamento in vallate nascoste. Il fascino di questa cultura che trova voce nella religiosità popolare così radicata, aderente al reale e quindi capace di sopportare anche l’insopportabile, la scopri solo stando con questi discendenti dei popoli preincaici e provando a vivere i loro ritmi lenti ancestrali legati alla natura. Come i fiori della foto: al mattino li trovi chiusi, quasi gelosi custodi della propria bellezza; solo quando sono accarezzati dal sole e poi, decisamente amati, si aprono fino a regalarti tutto il loro fascinoso silenzio. (16/9/24)

Fiori che si sono aperti

  • Appunti di viaggio – 6

Ultimi due giorni in Perù

Roberto e io, ancora un po’ acciaccati siamo, rimasti ospiti nella parrocchia di Marcará. Il parroco padre Davide, originario della Valtellina, 35 anni, missionario OMG, è stato ordinato l’8 giugno, come me!! Sto sognando l’anno prossimo di festeggiare i miei 40 anni col suo primo anniversario.
Nel pomeriggio, al Centro Casarotto, sono arrivati i “nostri eroi” che hanno passato 2 notti al Rifugio Pisco-Perù (4665 m) situato al centro di un anfiteatro naturale con 10 cime sopra i 6000 metri: una bellezza mozzafiato. I due alpinisti di punta della nostra spedizione (Giorgio Bertin e Francesco Rondinelli) hanno onorato la Compagnia della Cima portando il gagliardetto del CAI fino sulla cima del Nevado Pisco (5760 m). Guida fantastica, César Rosales. Alla sera, prima di partire per il ritorno, messa di Ringraziamento nella cappella dove hanno pregato i ragazzi della scuola di guide (con Giancarlo e Marina) e ora pregano i 19 ragazzi dell’ISPEC (una specie di collegio universitario gratuito) che vivono con Enrico e Marta e i loro tre figli.

Con padre Davide

Sulla vetrata della cappella, lo slogan che si trova sulla tomba di padre Ugo: “Solo Dios”. Riassume il punto a cui ci ha portato tutta la bellezza di luoghi e persone che abbiamo visto.
Gracias Perù, gracias OMG ! (18/9/24)

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Pointe de la Pierre

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