Dôme de neige des Écrins

  • Destinazione: Dôme de neige des Écrins
  • Zona: Alpi del Delfinato [sez. 5]
  • Gruppo montuoso: Gruppo degli Écrins [Massiccio des Écrins]
  • Regione: [FR] Hautes-Alpes
  • Valle: Vallée d'Ailefroide
  • Difficoltà: F+
  • Data: 07/08/2016
  • Traccia GPX: Non disponibile
  • Partenza: parcheggio Pré de Madame Carle, 1874 m
  • Altitudine partenza: 1874
  • Altitudine arrivo: 4015
  • Dislivello: 2141
  • Attacco percorso: dietro l'area attrezzata
  • Esposizione: nord-est
  • Punti di appoggio: Refuge des Écrins, Refuge du Glacier Blanc

La punta è – di fatto – l’agevole anticima nevosa a contrafforte della più nota Barre, sita a 200 m di distanza in linea d’aria: il Dôme de Neige des Écrins nella Vallée di Ailefroide.

E’ il termine di una lunga e spettacolare risalita che parte 2300 m più in basso, in località Pré de Madame Carle, 1874 m, nel Vallone di Ailefroide. L’escursione classica si snoda in due giorni. Necessari abbigliamento e attrezzatura d’alta montagna (piccozza, ramponi, imbrago, casco, lampada frontale).

Accesso

Da Torino: autostrada A32 Torino-Bardonecchia seguendo le indicazioni per il Colle del Monginevro (confine italo-francese). Scollinare scendendo a Briancon sulla RN 94 (direzione Gap) fino a L’Argentiere la Bessée. Seguire indicazioni per Les Vigneaux, Vallouise, Pelvoux, Ailefroide. Da qui per piccola strada (verso destra) che in pochi minuti porta al Rifugio Pré de M.me Carle, dove è situata un’ampia zona parcheggio con punti di ristorazione (bar ristorante, fontana). Da Torino ore 2,30 circa.

Itinerario al Refuge de Glaciers Blanc

Lasciata l’autovettura si inizia a percorrere il sentiero che attraversa l’ampia alluvione del Torrent de Saint-Pierre, risalendo in direzione del Refuge de Glacier Blanc. Si attraversa una zona boschiva su comodo sentiero, lo si raggiunge (ore 2) portandosi prima alla base del Vallone del Glacier Noir, alla nostra sinistra, e infine alla morena terminale e grandiosa del Glacier Blanc, che si protende ad unghia, con un ampio fronte crepacciato, sulla valle sottostante.

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Refuge du Glacier Blanc

Possibilità di sostare brevemente al rifugio. Si supera il  Refuge du Glacier Blanc risalendo sempre su sentiero che porta, dopo breve tratto, a un comodo attacco al ghiacciaio, scendendo brevemente alla nostra sinistra (ore 0,30).

 Morena terminale del Glacier Blanc

Morena terminale del Glacier Blanc

 

Da questo punto inizia l’itinerario propriamente alpinistico, ove diventa necessario calzare ramponi e imbragatura, e attrezzare la cordata, che offre la possibilità di un’ottima “scuola” ai neofiti, risalendo per circa 300 m di dislivello la lingua del ghiacciaio, tenendoci sempre sulla nostra destra. Il lungo tratto è costantemente crepacciato,  ed è possibile osservare la morfologia superficiale del ghiacciaio, con le sue forme, le sue asperità e, unite alla sua maestosità, le sue insidie. In fondo, sulla sinistra, la splendida Barre des Écrins. Si raggiunge un visibile segno (asta con bandiera) che indica, sulla destra, la traccia verso il Refuge des Écrins.

Tolti i ramponi si percorre l’erto sentiero su morena detritica che conduce in breve al rifugio (ore 1,45, ore 4,15 complessive dalla partenza).

E’ qui possibile (e doveroso) sistemare in anticipo e con ordine tutta l’attrezzatura che indosseremo alla ripartenza che avverrà nella notte. Il rifugio è confortevole, pulito e offre, comprese nella tariffa piena, mezza pensione con cena (primo, secondo, dolci, bevande escluse) e prima colazione. Sistemazione notturna in comode camerate a castello spaziose. E’ ovviamente l’ultimo punto per rifornirsi d’acqua, che – esperienza personale – servirà preziosamente per la discesa finale.

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Percorrendo il Glacier Blanc

Itinerario al Dôme de Neige des Écrins

La sveglia è alle 3. Fatta colazione ci si veste e ci si imbraga. Si ridiscende lungo la morena verso l’attacco del ghiacciaio facendo attenzione ai propri passi, vista l’ora e la possibile presenza di ghiaccio.

Il primo tratto della risalita avviene percorrendo in debole pendenza l’ultima parte del Glacier Blanc, fino alla rottura di pendenza alla base del Dôme e della Barre, dove inizia la salita vera e propria (ore 1,15). Il colpo d’occhio è unico: le deboli luci dei gruppi che ci precedono disegnano una fila sinuosa nel buio della notte, prima lungo il ghiacciaio e poi sul pendio,  fin su verso la cima, dove qualcuno è già in prossimità della vetta.

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Itinerario approssimativo di salita

Con pendenze non superiori al 35% (qualche breve punto al 40%) si risale il pendio innevato seguendo la traccia normalmente segnata, aggirando sulla nostra sinistra due anfiteatri seraccati, tra i 3500 e i 3800 metri. Ci si porta sostanzialmente tutto alla nostra sinistra sino alla zona terminale, dove un lungo traverso permette di raggiungere il passo della Brèche Lory, che separa la Cima Rocciosa della Barre, alla nostra sinistra, al Dôme. Qui un ultimo strappo in pendenza e davanti ai nostri occhi la cupola innevata del Dôme (ore 2,45, ore 4,15 complessive dal Refuge des Écrins).

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Spettacolo mattutino sotto il Dôme de Neige des Écrins

Lo spettacolo a 360° è indescrivibile, e in giornate pulite sono visibili distintamente i principali gruppi montuosi alpini in un raggio di 300 km, dal Cervino, al Rosa, al Bianco, senza dimenticare, davanti a noi, il Pelvoux e l’Ailefroide.

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In cima al Dôme de Neige des Écrins

Ritorno

Con le attenzioni del caso, la discesa va fatta rapidamente per evitare, con l’approssimarsi del caldo, possibili distacchi dei seracchi che incombono sul pendio. Si raggiunge la base del Dôme e ci si può riposare in zona riparata da possibili distacchi e slavine.

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Barre des Écrins

Si ripercorre integralmente il percorso di salita senza però risalire al Refuge des Écrins  e raggiungendo, nell’ordine, il Refuge du Glacier Blanc e il parcheggio di Pré de Madame Carle. Il totale della discesa è di circa 5 ore.

Materiali: normale dotazione alpinistica per ghiacciaio. (Imbrago, corda, picozza, ramponi, casco, chiodi da ghiaccio).

About author

Fabio Aquilano

Lavoro in un'azienda che si occupa di Tecnologie della Rete. Ho scoperto la montagna a 12 anni, in gita al Col de Maurin, durante un campeggio in Valle Maira, portati dal parroco del paese. Ci sono tornato negli anni dell'università e da allora non ho più smesso. Collaboro alla redazione di questo sito insieme a Roby e gli amici con cui condivido amicizia e salite.

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