Imponente vetta oltre i 5000 metri, il Nevado Pisco è una delle mete alpinistiche più accessibili della Cordillera Blanca, la catena montuosa situata nella parte nord del Perù, 5752 m. Salita effettuata dopo quella al Nevado Ishinca.
Accesso
Da Marcará, cittadina peruviana della regione di Ancash, si percorre la strada proveniente da Huaraz fino a Youngay per poi deviare verso destra verso il bellissimo parco nazionale del Huascarán . La strada diventa quasi subito sterrata e prosegue per molti chilometri innalzandosi fino oltre i 3500 metri.

Inizio del parco Huascarán
I visitatori del parco devono registrarsi (occorre avere il passaporto) all’ufficio del parco di Huaraz e pagare il biglietto d’ingresso, che ammonta a S5 per persona per una visita di un giorno oppure S65 per il permesso valido una settimana. La strada è percorribile con auto o navette per diversi chilometri inoltrandosi nella valle Llaganuco e fiancheggiando due grossi laghi dal colore turchese.
Mentre si percorre questa strada si può ammirare sulla destra l’imponente e tenebroso versante nord del Huascarán Norte, 6768 m, scalata in solitaria dal grande alpinista Renato Casarotto in 17 giorni nel giugno del 1977.
Itinerario per il rifugio
Poco oltre il secondo lago si lascia la navetta e inizia la salita verso il Rifugio Perù. I primi 15 minuti sono in piano e si arriva ad una bella radura bagnata dal torrente.
Poco distante un cartello dove ci siamo fotografati. Da sinistra: César (guida peruviana), Massimo, Giorgio, Francesco, Danilo e David (aspirante guida peruviana)
La quota è intorno a 4000 m e ora inizia la salita verso il Rifugio Perù (4665 m) su un sentiero che percorre il bordo di una morena sul lato sinistro della valle.
I bagagli pesanti vengono portati a dorso di mulo e i nostri zaini sono leggeri.
Ogni tanto facciamo una sosta all’ombra di un queñual rosso,
dopo un’oretta di cammino (due ore dai laghi) si arriva al bellissimo Rifugio Pisco o Perù. Sul muro è riportata la quota sbagliata: in realtà è di 4665 m.
Dalla parte posteriore del rifugio si nota (oltre al lama) il sentiero che risale la morena e che verrà percorso il giorno seguente.
Itinerario verso il Nevado Pisco
La salita al Pisco è piuttosto lunga per cui si parte poco dopo la mezzanotte. Purtroppo il tempo non era bello e tutta la parte alta dell’ascensione si è svolta nella nebbia. Fortunatamente avevamo delle guide che conoscevano molto bene la montagna. L’avvicinamento al ghiacciaio richiede un paio d’ore di cammino tra morene in salita e discesa su sentiero sdrucciolevole e talvolta incerto. Dopo la prima salita dell’immagine precedente segue una discesa ripidissima aiutata da una corda fissa che si percorre uno alla volta per evitare la caduta sassi. Segue un lungo percorso fatto a lume di frontale fino al fronte glaciale.
L’attacco è ripido e tormentato. Si deve trovare la strada giusta tra seracchi e crepacci fino al colle dove la pendenza si appiana.
Oltrepassato il colle ci si trova su un tappeto di “penitentes“, delle formazioni di ghiaccio che rendono la progressione faticosa.
Si devono superare alcuni muri di ghiaccio abbastanza brevi.
Lo spessore del ghiaccio in alcuni punti è veramente notevole.
Si passa accanto a profonde caverne contornate da cascate di ghiaccio.
Dopo diverse ore di cammino si arriva in cima.

Francesco e Giorgio in cima
Un particolare ringraziamento va alla nostra guida César Rosales che ci ha condotto in cima con perizia e tanta pazienza.

César, Giorgio e Francesco al Nevado Pisco
Ritorno
Si segue il percorso dell’andata.
Materiale
Normale attrezzatura alpinistica da ghiacciaio: ramponi, piccozza e corda.