L’affermazione dell’oltre, del “Più in là” nelle parole dell’alpinista Hermann Buhl e nella poesia “Maestrale” da Ossi di Seppia di Eugenio Montale; fa comprendere che sia per lo scalatore austriaco e per il poeta italiano la realtà rimanda sempre ad un oltre.
Partiamo dalla citazione di Hermann Buhl.
“L’alpinismo è un’attività sfiancante. Uno sale, sale, sale sempre più in alto, e non raggiunge mai la destinazione. Forse è questo l’aspetto più affascinante. Si è costantemente alla ricerca di qualcosa che non sarà mai raggiunto.”
Ed ora la poesia “Maestrale” di Eugenio Montale tratta dalla raccolta Ossi di Seppia.
Si è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
Sulla costa quietata, nei broli, qualche palma
a pena svetta.
Una carezza disfiora
la linea del mare e la scompiglia
un attimo, soffio lieve che vi s’infrange e ancora
il cammino ripiglia.
Lameggia nella chiaria
la vasta distesa, s’increspa, indi si spiana beata
e specchia nel suo cuore vasto codesta povera
mia vita turbata.
O mio tronco che additi,
in questa ebrietudine tarda,
ogni rinato aspetto coi germogli fioriti
sulle tue mani, guarda:
sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va;
né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:
“più in là”!