Nel cuore degli Écrins, ascensione alla Pointe Brevoort (Grande Ruine), Valléè de la Romanche, base al Rifugio Adele Planchard, punto di partenza Col du Lautaret.
Itinerario al rifugio
Partenza dal parcheggio posto sulla sinistra appena dopo il Col du Lautaret (2036 m), si sale verso il Refuge de l’Alpe
su un bellissimo sentiero balcone panoramico sulla Meije. (N.B. Foto dell’itinerario prese in due diverse occasioni).
Dopo il sentiero passa nel vallone dominato al fondo dalla Montagne des Agneaux, verso il Refuge de l’Alpe.
Dopo il rifugio si scende per circa 80 metri fino al fondo del Vallée de la Romanche. Si segue il percorso di destra che dopo poche svolte si immette nel Plan de l’Alpe.
Si continua fino a portarsi sotto il versante est della Grande Ruine. Si attraversa il torrente e si sale per pendii morenici per raggiungere le bastionate rocciose. Il sentiero permette di superare i salti di roccia prima a sinistra, poi a destra, ci sono delle funi sul posto.
Si prosegue su sentiero, di materiale detritico, che sale con ampie svolte verso il colle dove è posto il Rifugio Adele Planchard (3169 m). Tempo di 5-6 ore.
Itinerario dal rifugio
Partenza dal rifugio, in leggera salita verso est superando il costone che scende dal Les Jumeaux fino a raggiungere il ghiacciaio superiore des Agneaux. Calzati i ramponi e incordati,
si sale la dorsale glaciale per circa 300 metri con pendenza sostenuta fino a raggiungere l’anfiteatro della Grande Ruine.
Ci si dirige sulla destra verso il Col du Diable.
La punta più alta è la Pointe Brevoort posta alla sinistra dell’anfiteatro di salita. Con un lungo diagonale raggiungere il colletto sull’estrema sinistra a quota 3680 m circa (a est della punta).
Si sale sulla cresta per roccette, non banale il passaggio, dopo circa venti metri si svolta a destra per un canalino che permette di superare il salto roccioso (tre cordini utili per fare sicurezza). Si segue la crestina finale su neve e sfasciumi fino alla vetta.
La Barre des Écrins e il Dôme de Neige
Sul ghiacciaio fare attenzione ai numerosi crepacci e valutare con attenzione il percorso.
Ritorno
Per la via dell’andata, al rifugio in circa ore 2,30.
Di lì ritorno al punto di partenza per la stessa strada, calcolare 4-5 ore.
Materiali: dotazione alpinistica da ghiacciaio.
Racconto
Partiti per la Pointe de Brevoort non dal parcheggio di Pont d’Arsine ma dal parcheggio appena dopo il Col du Lautaret (2036 m). Bel sentiero panoramico sulla Meije, Sentier des Crevasses. Dopo un’ora e un quarto siamo giunti al Refuge de l’Alpe e siamo andati a destra scendendo per circa 80 metri e ci siamo portati sul fondo del Vallone della Romanche.
Abbiamo seguito quindi il percorso di destra che dopo poche svolte si immette nel Plan de l’Alpe. Percorso il piano, su bel sentiero, raggiungendo il Pont de Valfourche che permette di attraversare il torrente della Romanche e andare verso il Refuge du Pavé.
Noi abbiamo continuato sul lato destro orografico per circa mezz’ora fino a portarsi sotto il versante est della Grande Ruine. Abbiamo attraversato quindi il torrente e fatto una sosta con bevuta alle sorgenti della Romanche. Successivamente abbiamo iniziato a salire per pendii morenici e raggiunto le bastionate rocciose.
Il sentiero permette di superare i salti di roccia prima a sinistra, poi a destra, ci sono delle funi sul posto. Siamo giunti poi ai pendii superiori a quota 2500 m circa, dove è incominciato a piovere (N.B.: prima dell’ultima fune c’è il punto per fare riserva d’acqua).
Abbiamo proseguito su sentiero di materiale detritico che sale con ampie svolte verso il colle dove è posto il Rifugio Adele Planchard (3169 m). L’ultima parte è stata difficoltosa per un fortissimo vento, si rischiava addirittura di cadere per le raffiche! Abbiamo impiegato 6 ore. Cena e notte segnata da forte vento, al mattino la sorpresa della neve fresca, 10-15 cm.
Siamo partiti intorno alle 7 dal rifugio, ci siamo diretti in leggera salita verso est superando il costone che scende dal Les Jumeaux fino a raggiungere il ghiacciaio superiore des Agneaux. Calzati i ramponi e incordati, abbiamo cominciato a salire la dorsale glaciale per circa 300 metri con pendenza sostenuta fino a raggiungere l’anfiteatro della Grande Ruine per la Pointe de Brevoort.
Abbiamo seguito una cordata con una simpatica guida francese e la sua cliente (ghiacciaio molto crepacciato). Ci siamo diretti sulla destra verso il Col du Diable dove abbiamo fatto una sosta.
Il tempo era peggiorato per la foschia che saliva dal basso. La punta più alta è la Pointe Brevoort posta alla sinistra dell’anfiteatro di salita. Con un lungo diagonale abbiamo raggiunto il colletto sull’estrema sinistra a quota 3680 m circa (a est della punta). Siamo saliti sulla cresta per roccette, con la neve caduta non banale il passaggio, dopo circa venti metri abbiamo svoltato a destra per un canalino che permette di superare il salto roccioso (tre cordini utili per fare sicurezza viste le condizioni del tempo). Infine abbiamo seguito la crestina finale su neve e sfasciumi fino alla vetta. Lì non abbiamo potuto vedere molto per la foschia (tempo impiegato 3 ore).
Dopo, nella discesa nel canalino prestare attenzione, la giornata si è aperta diventando magnifica.
Sul ghiacciaio siamo stati più sulla nostra destra scendendo e facendo attenzione ai numerosi crepacci. Giunti al rifugio in circa ore 2,30-3.
Gita magnifica in un bell’ambiente di montagna, complimenti a Francesco.