Ascensione integrale della cresta est della Fea alla Punta Girard (PD+) dal Rifugio Daviso nella Val Grande di Lanzo; la prima ascensione è di Antonio Castagneri, un bell’itinerario poco ripetuto.
Itinerario
Si parte dal fondo della piazza di Forno Alpi Graie e si gira a sinistra dopo l’albergo. Successivamente si attraversa il ponte sul torrente Gura e si prende subito a destra la strada sterrata che passa tra una parete rocciosa posta a sinistra e il torrente a destra.
Si segue il sentiero che volge poi a sinistra e prosegue per un tratto a mezza costa su una strada sterrata, fino all’imbocco del sentiero segnato come 315 che si segue.
Dopo circa 40 minuti si arriva a un masso caratteristico, si continua su un piatto costolone fino a un gruppo di baite. Il sentiero sale dietro le baite fino a raggiungere un vasto pianoro, dove a sinistra si trovano altre baite, visibili dal sentiero e dietro queste il Lago della Gura, asciutto nei periodi di maggiore siccità.
Si continua in un saliscendi dove si attraversa prima il Rio Bramafam.
Poi si arriva al bivio segnalato per il Bivacco Ferreri-Rivero (https://www.caitorino.it/rifugi/ferreri), da poco ristrutturato, che si lascia a sinistra, si attraversa il torrente Gura.
Si segue il sentiero che riprende a salire fino a raggiungere prima le baite del Gias Milon.
Il luogo è carico di storia, al Gias Milon l’Ussi ha promosso il primo campeggio femminile, riportato nella copertina dell’Illustrazione del Popolo del 5 agosto 1923 (vedi www.societastorica-dellevallidilanzo.it/18—cronache-in-copertina.html).
Proseguendo si giunge alle baite del Gias Gran Pian, a 2147 m.
Al termine di questo pianoro si risale la ripida costiera sulla quale sorge il Rifugio Daviso, a 2280 m, del CAI di Venaria Reale, in ore 2,30 – 3 da Forno Alpi Graie.
Il Rifugio è gestito dal CAI di Venaria Reale fin dal 1962, con la presenza a turno dei soci.
Itinerario alla Punta Girard
Si parte dietro il Rifugio seguendo le indicazioni presenti sul muro dello stesso.
Subito dietro il rifugio inizia il sentiero verso il Col di Fea, 315A.
Si arriva a un masso con le indicazioni per il Col Girard, via normale alla Punta Girard che risale un canale normalmente innevato.
Poi si prosegue dirigendosi verso destra in una zona con grosse pietre ed avendo di fronte la cresta
Giunti in prossimità della cresta est inizia la parte alpinistica che segue la cresta, valutando il percorso da fare, non obbligato.
La cresta est fu seguita nella prima ascensione della cresta stessa da Antonio Castagneri detto Toni del Tuni, grande guida alpina di Balme, autore di ben quarantatré prime salite.
Le difficoltà variano fino al terzo grado.
Verso la parte terminale in una zona meno impervia si trovano dei muretti fatti dai partigiani che avevano lì posizionato un piccolo mortaio giungendo dal Col Girard, in caso di necessità si ritiravano sul versante francese.
Dopo, la salita torna a essere più impegnativa.
Un bel traverso esposto.
Ci si congiunge con un percorso sotto la vetta verso sinistra fino alla cresta sud per salire l’ultimo tratto alla Girard.
In cima
Si giunge infine alla vetta con una croce.
C’è un libro di vetta: la cima è poco frequentata, normalmente dal versante francese.
Dalla cima panorama superbo!
Apertura sul Mont Pourri.
Panoramica dalla Punta Girard.
Ritorno
Dalla vetta si scende sul versante francese per puntare a destra verso il Passo dell’Arc.
Ci si cala in corda doppia dal Passo dell’Arc, 3197 m, versante est, attenzione alle pietre mobili.
Si raggiunge dopo la calata il ghiacciaio della Levanna.
Dal ghiacciaio la discesa scende verso est e poi sud-est per passare alla base della cresta est della Girard, portarsi al Col di Fea a 2594 m, e da lì al Daviso. Dal Rifugio stesso itinerario dell’andata.
Materiale: dotazione alpinistica (corda da 50 m, fettucce, friends medi, piccozza, ramponi e casco).
Per conoscere la storia alpinistica delle Valli di Lanzo segnalo il bel libro di Marco Blatto che mi ha guidato nell’ascensione: “Li fol däl rotchëss. La grande avventura esplorativa sulle montagne delle Valli di Lanzo“. (Uja editrice)