Una montagna ricca di attrattiva con lungo tratto di ghiacciaio: l’Évêque, salito dalla Valpelline e tappa al Rifugio Nacamuli. Di gneiss rossastro, si presenta roccioso sul versante sud mentre sul versante nord il percorso risale tutto il ghiacciaio. Il caratteristico nome deriva dal vescovo di Sion (Évêque vuole dire vescovo) a cui apparteneva la Comba di Arolla fino all’anno 1875.
Accesso
Da Aosta si segue la strada statale 26 per il Gran San Bernardo fino a Varine, dove al bivio bisogna svoltare in direzione di Valpelline. Risalire tutta la vallata fino al termine della strada, in prossimità della diga di Place Moulin (1969 m) dove si lascia l’auto.
Itinerario per il Rifugio Nacamuli
Si segue la sterrata che costeggia il lago per qualche centinaio di metri, per poi svoltare leggermente a destra a una diramazione segnalata su un sentiero (n. 8) che sale di fianco alla strada sterrata e che si inoltra nel bosco.
Il sentiero incontra poi una strada che passa accanto all’alpeggio di Arpeyssaou (2119 m), dove era stato san Giovanni Paolo II. Il sentiero inizia a salire nella Comba d’Oren dove si attraversa il torrente e si passano le baite La Garda (2211 m) per giungere al pianoro delimitato dalla morena del ghiacciaio d’Oren Sud.
Si costeggia il torrente sul lato orografico sinistro sino a un’evidente freccia che segnala di salire sulla destra un ripido pendio roccioso attrezzato con catene poste nei passaggi più impegnativi (attenzione quando la roccia è bagnata).
Si arriva al pianoro sovrastante, da dove si vede il rifugio, posto sotto la costiera della Becca d’Oren. Successivamente si abbandona la traccia per il Col Collon e con ultimo tratto di salita abbastanza decisa si raggiunge infine il Rifugio Nacamuli (2818 m).
Itinerario per il Col Collon
Si parte dal rifugio in direzione del Col Collon, perdendo prima leggermente quota, poi continuando su sentiero fino a congiungersi alla traccia che passa dal fondo del vallone. Quindi si prosegue con alcuni saliscendi, si possono incontrare alcuni nevai, presenti anche in alta stagione.
Una volta giunti sotto la bastionata finale la pendenza aumenta e si sale, crestine con pietrisco e canali di rocce friabili. Un segnale indicatore è posto su una roccia con due frecce indicatrici, si segue a sinistra raggiungendo un dosso. Si scende di poco e si prosegue con percorso quasi pianeggiante, si passa a lato di un piccolo lago glaciale e si arriva alle paline e alla croce metallica del Col Collon (3114 m) da dove si vede in tutta la sua imponenza l’Évêque.
Itinerario per l’Évêque
Dal colle si prosegue aggirando uno sperone roccioso presente alla sinistra e avendo messo i ramponi si risale sempre a sinistra il ghiacciaio d’Évêque, puntando il Col de l’Évêque (3390 m). Si sceglie il percorso in funzione delle condizioni del Ghiacciaio d’Évêque.
(Noi siamo saliti stando prevalentemente sulla nostra sinistra). Si vede bene a sinistra, salendo, la Becca d’Oren (3532 m).
Dopo il colle si inizia la discesa, con vista sul Grand Combin, del Glacier du Mont Collon. La conca glaciale è vastissima, si perde quota in un ambiente spettacolare.
Si risale poi sulla destra il pendio che porta verso l’Évêque, facendo attenzione ai crepacci,
e si giunge al Col de la Mitre (3429 m) dove si possono ammirare il Cervino (4478 m) e la Dent d’Hérens (4171 m).
Si volge decisamente a destra, nella parte terminale del ghiacciaio e la pendenza aumenta.
Si risale l’ultima ripida rampa e dopo un breve tratto roccioso (prestare attenzione) si arriva sull’affilata e aerea cresta finale e per roccette si raggiunge la cima a 3716 m.
Il panorama è indimenticabile: il gruppo del Monte Rosa, la Dent d’Hérens con ai suoi piedi il Bivacco Perelli, il Cervino, tutte le cime attorno al Glacier d’Otemma, il Grand Combin e il Monte Bianco.
Ritorno
Lungo l’itinerario di salita, che prevede la risalita al Col de l’Évêque. Si ricorda che l’ascensione è molto lunga, in particolare per la discesa, quindi, occorre essere allenati; può essere più delicata in base alle condizioni nevose della cresta finale.
Bella vista sulla Punta Kurz, Mont Brulé e La Vierge.
Materiali: normale dotazione da ghiacciaio.