Il Monte Pisanino con i suoi 1947 m è considerato il Re delle Alpi Apuane e rappresenta per gli escursionisti una bella conquista. L’ascensione, piuttosto impegnativa, è ripagata dalla notevole vista su tutta la catena delle Apuane e in particolare sulla Tambura e più in lontananza sul Corchia e sul gruppo delle Panie. Sul lato ovest invece, svetta la bella piramide del Pizzo d’Uccello. Il Pisanino è accessibile da più lati. In questa descrizione viene considerata la via normale che parte dal lato nord-ovest dal fondo della Val Serenaia.
Accesso
Arrivando dalla Liguria o dall’inizio della Toscana conviene prendere l’autostrada A15 della Cisa e uscire ad Aulla. In seguito ci si dirige verso Minucciano con un percorso abbastanza lungo e tortuoso per le strade SS63, SR 445 e SP59. Superato Minucciano si attraversa una galleria e subito dopo si devia a destra seguendo l’indicazione per il Rifugio Donegani. Dopo qualche km di strada asfaltata si passa davanti al Rifugio Serenaia e poco dopo si lascia l’auto nel parcheggio nei pressi del campeggio.
Itinerario
Si percorre il parcheggio fino in fondo dove si trova una fontanella, quindi si prende il sentiero 178 in direzione Foce di Cardeto (c’è un cartello all’inizio del parcheggio).
Si fiancheggia un percorso turistico fin quando quest’ultimo cambia direzione, quindi si prosegue dritti inoltrandosi nella faggeta inizialmente in piano. Per orientarsi occorre fare attenzione alle strisce bianche e rosse poste sugli alberi su tutto il percorso. Dopo breve il sentiero prende a salire in modo deciso sempre in direzione sud-est. Per circa un’ora di cammino ci troviamo in un bosco piuttosto ombroso che si dirada nell’approssimarsi della Foce di Cardeto, una depressione sulla cresta della montagna.
Volgendo lo sguardo verso ovest si può ammirare la bella piramide del Pizzo d’Uccello
A poca distanza dal passo il sentiero incrocia il 179 che collega il Rifugio Orto di Donna al Passo della Focolaccia dove ci sono le cave di marmo.
Raggiunta la Foce di Cardeto (1642 m) dopo circa un’ora dalla partenza, si scende dal lato opposto per 200 m seguendo inizialmente il 179.
Scesi di 100 m si trova la deviazione per il Pisanino indicata con una scritta in blu su un masso. Da questo punto in poi i segni indicatori per il Pisanino saranno tutti blu.
Il sentiero perde ancora dislivello per aggirare un lato roccioso per poi risalire e portarsi in direzione nord costeggiando il lato est degli Zucchi di Cardeto.
Tolto il primo tratto, questo lato della montagna si presenta aspro, privo di arbusti ed esposto al sole del mattino.
Vi sono alcuni traversi sulle rocce in cui bisogna fare attenzione a causa dell’esposizione e in particolare un tratto di 20 m in cui usare le mani per appigliarsi. Superato questo tratto si arriva in breve tempo a una sella (1734 m) che ci riporta sul lato opposto. Da questo punto si intravede in alto la vetta del Pisanino e il canalone erboso che conduce alla cresta sommitale.
Il canalone, noto come “Canalone delle Rose”, è molto ripido ma non difficile in quanto il sentiero che lo percorre è ben segnato e in meno di un’ora conduce sulla cresta sommitale.
Da questo punto si raggiunge in breve tempo la croce di vetta a quota 1947 m, percorrendo la cresta quasi pianeggiante. Il tempo di percorrenza complessivo è di circa ore 3,30.
La vetta è un punto molto panoramico in quanto il Pisanino si eleva isolato dalle altre vette oltre a essere la più alta.
In particolare si osservano in direzione est le cave di marmo della Focolaccia, la Tambura e le Panie mentre a nord il villaggio di Gramolazzo con il bel lago. Vicino alla croce è stata posta una targa che contribuisce a ricordarci il perché è bello andare in montagna.
Ritorno
Per la stessa via della salita fino alla Foce del Cardeto poi, volendo, si può seguire il sentiero 179 che conduce al Rifugio Orto di Donna e successivamente col sentiero 180 ritornare al parcheggio Serenaia.
Note
Non bisogna sottovalutare l’ascensione al Pisanino sia per la lunghezza del percorso sia per i tratti esposti e non attrezzati. Da evitare assolutamente in caso di maltempo.















