Una lunga cavalcata su una via di cresta tra la Valle dell’Orco e la Valle di Rhêmes, con brevi passaggi di arrampicata e larghe dorsali. La traversata è resa più impegnativa dalla roccia friabile e dalla presenza di tratti di sfasciumi instabili. Salita prima al Colle Rosset e poi toccando cinque cime sopra i 3000 metri: la Punta del Rosset, la Gran Vaudala Nord e la Sud, la Punta Nivoletta Nord e la Sud fino al Colle di Nivoletta da dove si scende con un percorso ad anello. Il panorama durante tutto il percorso è vastissimo e spettacolare. Occorre tenere conto che la cresta è lunga, oltre tre km; percorsa nell’anno del centenario del Parco del Gran Paradiso.
Accesso
Si percorre tutta la lunga Valle dell’Orco e si raggiunge il Colle del Nivolet a 2612 m; dopo si scende e si parcheggia lungo la strada nei pochi spazi disponibili all’altezza del Rifugio Città di Chivasso, altrimenti si scende ancora nei Piani del Nivolet in prossimità del Rifugio Savoia.
Itinerario
Si parte di fianco alla strada che scende verso i Piani del Nivolet dove sono posti due grandi cartelli e lì si imbocca il sentiero 3C che sale ai Piani del Rosset tagliando a destra prima del Lago Leita per costeggiare il Lago Rosset. Splendida apertura sul Gran Paradiso, sul Roc, sulla Tresenta, sul Ciarforon e sulla Becca di Monciair.
La zona è piena di marmotte, ormai abituate alla presenza dell’uomo.
Sullo sfondo, proseguendo sul sentiero, si vede bene il Colle Rosset, posto sulla spoglia dorsale al centro. Si sale in modo deciso l’erta sul sentiero sempre ben tracciato.
Infine si arriva al Colle Rosset, posto a 3023 m di altezza, e si apre il panorama sulla Valle di Rhêmes. (I tempi indicati sulle paline sono abbastanza ampi).
In cresta
Si volge a sinistra sulla cresta prima terrosa che in breve diventa rocciosa. I vari spuntoni vanno aggirati sull’uno o sull’altro versante. Sono presenti ometti e tracce di sentiero che aiutano nella scelta del percorso; controllare sempre le prese e gli appoggi per la scarsa qualità della roccia.
C’è un passaggio più impegnativo che richiede di allungarsi molto per un breve tratto in discesa per arrivare al terrazzino sottostante, sulla destra sono presenti detriti e si apre una fenditura che punta decisamente verso il basso. L’ultima parte della salita è più impegnativa e si raggiunge la Punta del Rosset, la prima delle cinque cime, a 3100 m.
Dalla cima si segue la ampia cresta detritica, verso la Gran Vaudala Nord.
Panorama grandioso con Grande Sassière e Grande Traversière in evidenza.
L’ultima parte della salita alla Gran Vaudala Nord è sul lato della Valle di Rhêmes.
Infine si raggiunge la Punta Nord della Gran Vaudala o Grand Vaudalaz, 3272 m, formata da una cresta orizzontale. Essa è il punto più elevato della costiera ed è lì presente una stazione Arpa posta su alto palo. (Nel febbraio 2020, l’anemometro accertò una raffica di vento che raggiunse addirittura i 200 km/h).
In cresta dalla Gran Vaudala
Quindi si scende per una facile cresta di detriti al Colle della Gran Vaudala.
Poi si sale contornando il nevaio sottostante, lato Nivolet, alla Punta Gran Vaudala Sud, 3250 m.
Dalla cima si scende sul filo della cresta in prevalenza rocciosa con poca inclinazione. Quindi si sale alla Cima di Nivoletta Nord, 3209 m, costituita da un banco di calcescisto: è presente un ometto.
Dalla cima si continua in discesa, sempre su cattiva roccia, facendo molta attenzione a dove si appoggiano i piedi e le mani.
Le sicurezze le abbiamo fatte prevalentemente a spalla perché gli spuntoni erano poco affidabili e la roccia si sfaldava. Infine si raggiunge la Cima di Nivoletta Sud, 3152 m. Da lì sempre per cresta, anch’essa rocciosa e con fine detrito, si scende; è presente un passaggio più complicato ed esposto proprio sul filo per portarsi alla depressione del Colle di Nivoletta.
Dal Colle di Nivoletta
Breve discesa per inserirsi sul tracciato che scende dal Colle Basei (vedere itinerario alla Punta Basei su questo sito). Per il dislivello complessivo occorre tenere presente che si sale e scende più volte in cresta.
Materiali: noi avevamo corda e rinvii; se è presente molta neve meglio avere piccozza e ramponi.