Ad est della costiera che fa da spartiacque tra la Val Sesia e la Valle del Lys si trova il Corno Bianco, 3320 m, difficoltà F; una montagna imponente, salita da Rong, frazione di Gressoney-Saint-Jean, per il Passo dell’Alpetto.
Accesso
Da Pont-Saint-Martin si percorre sulla strada regionale la Valle del Lys (Val di Gressoney) fino a Gressoney-Saint-Jean e superato l’abitato si continua sulla strada per Gressoney-La-Trinité per girare verso il piccolo abitato di Rong a 1491 m; ci sono pochissimi posti per parcheggiare.
Itinerario
Partenza di fronte al parcheggio con taglio per prati sovrastanti l’abitato per collegarsi al sentiero 9 che inizia prima di Rong. (Oppure si può prendere il sentiero lungo la strada di salita a Rong). Si sale nel bosco, ripido, per sbucare in una zona con pendenze più dolci dove ci sono diverse baite. Prima Valdobbiola Dessous, 1858 m, poi si incontra Valdobbiola Dessus, 2209 m.
Tra le quali fa bella mostra una baita ristrutturata.
Si continua sul sentiero per giungere all’alpeggio di Schenébiel, a 2316 m, dopo aver attraversato un piccolo rio. (Variante salita diretta per ricollegarsi al sentiero più in alto). Dopo l’alpeggio la salita si impenna e si passa accanto a una sorgiva, di acqua freschissima.
Più in alto si raggiunge un grande vallone con rocce ed erba e si sale verso il Passo dell’Alpetto.
Si raggiunge dopo un tratto di sentiero più ripido il Passo dell’Alpetto, a 2774 m.
Dall’intaglio del Passo dell’Alpetto, si prende a sinistra l’itinerario 2d che attraversa dapprima quasi in piano un’esile traccia che supera un costone (è presente vicino all’inizio del tratto una parte attrezzata con corde metalliche) e quindi scende in traverso su erba (prestare molta attenzione) e detriti. Sotto il traverso si vede bene il Lago Bianco, 2332 m.
Si vede anche la meta, che prima del Passo dell’Alpetto era nascosta.
Il percorso ha un andamento ondulatorio tra pietraie e pendii prativi e
si raggiunge il largo dorso che chiude a sud il Lago Nero, posto a 2672 m, e si raccorda all’itinerario 2b dell’Alta Via Tullio Vidoni. (Con questa si fa il periplo attorno al Corno Bianco toccando una serie di valloni: Forno, Rissuolo, Ciampono, Netscio, Spissen, Tailly, Terrafrancia, Otro. Per altre indicazioni vedere sul sito la Punta dell’Uomo Storto e la Cima della Compagnia).
Si scende per un breve tratto passando vicino al termine del lago, si valica l’emissario, per risalire una erta china detritica a nord, verso una parete nera, alla cui base, lungo un piccolo canale, è posto il Passo di Artemisia.
Dal Passo di Artemisia
Il nome del passo fu dato dall’abate Antonio Carestia in onore della marchesa Artemisia De Mari di Genova che fece il primo percorso in discesa dal Corno Bianco con altri 15 compagni di scalata. La parete rocciosa ripida, in parte bagnata, è attrezzata con catene. (Per gli stambecchi come si vede in foto non c’è bisogno delle catene).
Si risale utilizzando le catene, occorre tenere conto che il tratto attrezzato è abbastanza lungo, per proseguire poi su tracce il sovrastante canalone.
Si sale quindi un ampio canale, sono presenti segnali e ometti,
poi una cengia che porta verso sinistra a un secondo canale più stretto, nell’ultima parte addossato alla parete (a destra salendo).
Poi si percorre la larga cresta a sinistra sino in vetta.
Si raggiunge infine la cima in 6 ore circa.
Ampio il panorama, occorre tenere conto che spesso dalla Val Sesia salgono le nebbie.
Ritorno
Per la via dell’andata. Nella foto seguente l’evidente segnale nel punto in cui si comincia a traversare la cengia.
Vicino alla traccia un piccolo di stambecco sullo sfondo del Lago Nero.
Scesi al lago si riprende poi il lungo traverso, con tratti di salita verso il Passo dell’Alpetto per poi scendere verso il punto di partenza. Anche il ritorno è molto lungo.
Materiali: meglio avere il casco; per la discesa sulle catene, in particolare se bagnate, può essere utile che il più esperto faccia sicurezza con una corda.