Situato nell’alta Valle del Gran San Bernardo, il Grand Golliaz è una imponente cima rocciosa, importante nodo topografico sulla cresta di frontiera italo-svizzera. Meta di particolare interesse ambientale e panoramico, viene salito, raramente, dal versante sud-est percorrendo la Comba di Tula. Quest’ultima è raggiungibile dalla strada del Gran San Bernardo attraverso il Colle di Saint-Rhémy o dalla Comba di Merdeux dove di trova il Rifugio Frassati (itinerario da noi percorso).
Accesso
Si percorre la statale SS27 del Gran San Bernardo fino a Saint-Rhémy-en-Bosses, quindi si prende la strada che sale verso la località Arp du Jeu, a quota 2002 m, dove si trova la stazione di arrivo del primo tronco della seggiovia degli impianti di Crevacol. Quindi si parcheggia l’auto e si prosegue verso ovest lungo la poderale che sale all’alpeggio Tza de Merdeux, a quota 2273 m, con andamento da prima pianeggiante e poi con dolce pendenza. Dall’alpeggio si prosegue sul sentiero dell’Alta via n.1 e in meno di un’ora si giunge al Rifugio Frassati.
Itinerario
Subito sotto il rifugio parte il sentiero che porta al Col des Ceingles.
Per un lungo tratto il sentiero corre in piano lungo il fianco della montagna in direzione est per poi volgere verso l’alto in direzione del colle.
Il sentiero corre su una dorsale erbosa notevolmente pendente.
L’ultimo tratto, meno pendente, è su terreno morenico.
Raggiunto il colle dopo circa 1h 30′ si scende con rapidi tornanti sulla Comba di Tula.
Giunti al fondo della discesa, dopo poco inizia verso sinistra la ripida risalita di un costone morenico che porta nell’ampia conca del Grand Golliaz. È presente una traccia di sentiero e ogni tanto degli ometti segnavia.
Raggiunta la sommità della morena si entra in un circo, sede di un piccolo ghiacciaio di cui rimane sul fondo un laghetto glaciale.
Ci si porta al centro della conca risalendola fino alla base di una fascia rocciosa che separa la parte detritica superiore.
Il passaggio più agevole è nella zona centrale della fascia rocciosa dove scorre l’acqua di fusione.
Il passaggio non particolarmente complesso per via dell’acqua richiede attenzione (II°). Dopo segue una falda detritica, talvolta scivolosa, con alcune tracce di passaggio. Si prosegue verso la cresta che corre tra il Piccolo e il Grand Golliaz tenendosi verso destra.
Si può raggiungere la cima risalendo un ripido canale a destra o passando per la cresta. Qui si è preferita la seconda possibilità.
Arrivati al colle si risale la piramide rocciosa aggirandola dal versante svizzero, sono presenti alcuni ometti, fino ad arrivare in vista della cima. Per scendere alla base del torrione di vetta ci siamo aiutati con la corda fissata in alto con un anello di fettuccia. La roccia è brutta, a scaglie appoggiate che “rimangono in mano” e terriccio scivoloso, questa è la difficoltà maggiore incontrata.
La risalita sul torrione di vetta è meno problematica e in pochi minuti si raggiunge il grosso ometto posto in cima.
I tempi di percorrenza sono di circa 4-5 ore dal rifugio. Dalla vetta il panorama spazia a 360 gradi:
verso ovest si ammira tutta la catena del Monte Bianco dove si evidenziano
la tenebrosa parete nord-est delle Grandes Jorasses e il Mont Dolent, la vetta che segna il confine di tre Stati.
In direzione nord-est si evidenziano gli imponenti massicci del Grand Combin e del Vélan.
Ritorno
Si ripercorre la via dell’andata, risalendo sul primo pinnacolo, con l’aiuto della corda fissata in precedenza e si ritorna al colle tra i due Golliaz.
Facendo attenzione a ritrovare il passaggio giusto sulla fascia rocciosa si ritorna nel circo glacio-nevoso
e successivamente si ridiscende la morena fino a riprendere il sentiero proveniente dal Col des Ceingles. Anziché ripercorrerlo a ritroso abbiamo preferito discendere completamente la verde Comba di Tula
fino a ritrovarci, in corrispondenza del torrentello, sulla strada sterrata che da Arp du Jeu porta alla Tsa de Merdeux.
Materiali
Avevamo una corda da 30 m, anelli di fettuccia di cui uno da 2 m, moschettoni. All’inizio di stagione servono anche la piccozza e i ramponi.