Punta Garin

Punta Garin Compagnia della Cima
  • Destinazione: Punta Garin
  • Zona: Alpi Graie [sez. 7]
  • Gruppo montuoso: Gruppo dell'Emilius [Alpi del Gran Paradiso]
  • Regione: [IT] Valle d'Aosta
  • Valle: Valle Centrale
  • Difficoltà: AD-
  • Data: 20/08/2019
  • Traccia GPX: Non disponibile
  • Partenza: Pila, arrivo seggiovia Chamolè
  • Altitudine partenza: 2309
  • Altitudine arrivo: 3448
  • Dislivello: 1139
  • Attacco percorso: di fronte alla stazione superiore della seggiovia di Chamolé
  • Esposizione: prevalente sud-ovest
  • Punti di appoggio: Bivacco Nebbia

In un angolo poco frequentato della Valle di Cogne l’ardita Punta Garin, o Pointe Garin, cima che svetta tra l’Emilius e la Tersiva, salita dalla Valle Centrale, conca di Pila. Cima facilmente riconoscibile come si vede dalle due foto prese dalla parte opposta della Valle di Cogne.

Punta Garin vista dalla Punta Pousset

Punta Garin vista dalla Punta Pousset

Punta Garin con la cresta di salita, a sinistra

Punta Garin con la cresta di salita, a sinistra

Accesso

Si raggiunge la stazione sciistica di Pila da Aosta in auto fino al piazzale della seggiovia di Chamolé e si parcheggia.

Itinerario

La prima parte conduce al Lago di Chamolé usufruendo dell’omonima seggiovia partendo dalla stazione superiore posta a 2309 m (oppure a piedi risalendo il sentiero che taglia tra bosco e pista da sci).

L'arrivo della seggiovia

L’arrivo della seggiovia

Sentiero per il lago di Chamolé

Sentiero per il Lago di Chamolé

In breve tempo si raggiunge il Lago di Chamolé. Si continua lungo il bordo settentrionale del lago sino al bivio: a sinistra per i due Colli di Replan, a destra si sale, dapprima con un lungo diagonale, il sentiero n° 102 o 19A per il Colle di Chamolé.

Indicazioni a bordo lago

Indicazioni a bordo lago

Lago di Chamolé Punta Garin

Lago di Chamolé

Il sentiero con molte svolte sale fino al Colle di Chamolé a 2641 m, 350 m di dislivello in salita, porta d’ingresso al Vallone dell’Arbolle dove c’è il Rifugio Arbolle.

Indicazioni per il Rifugio Arbolle

Indicazioni per il Rifugio Arbolle

Si scende, perdendo 141 m di quota, dal colletto, inciso sulla Cresta NE della Testa Nera alta 2820 m. Si scende verso il Rifugio Arbolle, tratto con corda fissa

Discesa verso il Rifugio Arbolle, tratto con corda fissa. Si passa al Rifugio Arbolle (o vicino in basso), posizionato a 2507 m poco sopra il Lago di Arbolle. Tempo di salita: ore 1,30  circa. Percorso fino al rifugio: escursionistico, E.

Rifugio Arbolle Compagnia della Cima

Rifugio Arbolle

Si prosegue  sul fondovalle con percorso verso oriente, con qualche saliscendi, seguendo principalmente il corso del torrente.

Lago d'Arbolle con la Punta Garin sullo sfondo

Lago d’Arbolle

Verso il Col Garin

Verso il Col Garin

Fa bella mostra di sé la cima della Punta Garin.

Punta Garin

Punta Garin

Si arriva fino al bivio, a sinistra per il Monte Emilius,  si prosegue a destra per il Col Garin, n° 18.

Bivio per il Col Garin

Bivio per il Col Garin

Si prosegue  ancora lungo il corso del torrente che raggiunge, dopo aver superato gli antichi ruderi dell’Alpe Les Poulains (Rifugio dei Puledrini), una presa dell’acqua ben in vista (ottimo punto per rifornirsi, attenzione in prossimità del bivacco non si trova acqua, occorre salire al lago). Si è alle falde dell’antico ghiacciaio del Monte Emilius, con le sue morene.

Da questo punto il sentiero n° 18 diventa più impegnativo: si superano alcuni dossi con pietroni, alternati a tratti più facili, e ci si porta verso l’ultimo tratto più ripido, situato subito al di sotto del Col Garin posto a 2815 m.

Ultimo tratto verso il Colle Garin

Ultimo tratto verso il Colle Garin

Dal Colle si intravvede il Bivacco Nebbia

Dal Colle si intravvede il Bivacco Nebbia

Si scende per quasi 100 metri di dislivello nel Vallone di Arpisson e con una deviazione dal sentiero si giunge al Bivacco a 2720 m in ore 2,30/2,45.

Bivacco Franco Nebbia

Bivacco Franco Nebbia

Il piccolo Bivacco Franco Nebbia con 4+1 posti letto (3 comodi più uno meno comodo ed eventualmente il quinto per terra) dotato di materassi e coperte, non c’è attrezzatura da cucina ed è sempre aperto. Inaugurato in questa posizione il 18 luglio 2005, ricorda un alpinista torinese caduto nel 1957 sull’Obergabelhorn in Svizzera. Dal 1958 era collocato presso il Lago di Luseney in Valle di St.-Barthélemy, ma negli ultimi anni con la costruzione nelle adiacenze del rifugio incustodito Reboulaz (sotto la Becca di Luseney), il bivacco aveva esaurito la sua funzione. Dopo varie esplorazioni in Valle d’Aosta alla ricerca di una nuova collocazione, fu scelta quella attuale.

Secondo giorno

Seguire l’ottimo sentiero fino al Lago Garin.

Lago Garin

Lago Garin

Dal lago si risale per sfasciumi, o eventuali nevai a inizio stagione, per il versante ovest della montagna.

Cominciando a risalire dopo il lago Garin

Cominciando a risalire dopo il Lago Garin

Dietro di noi si staglia l’ardua Grivola bella, 3969 m.

La Grivola Compagnia della Cima

La Grivola

Salita lunga e faticosa.

Risalita su sfasciumi

Risalita su sfasciumi

Percorso fatto nella risalita degli sfasciumi

Percorso fatto nella risalita degli sfasciumi

Si sale fino a un punto in cui è evidente che si può fare un deciso traverso verso destra per raggiungere la spalla, intorno a quota 3200 m circa.

Tagliando verso destra per salire in cresta

Tagliando verso destra per salire in cresta

Si raggiunge la cresta poco a monte di un torrione (a sinistra nella foto).

Sulla cresta Compagnia della Cima

Sulla cresta

Si prosegue in cresta, dopo poco ci siamo incordati, migliora la qualità della roccia. Poi si arrampica per placche.

Sulla cresta della Punta Garin

Sulla cresta della Punta Garin

Fiori che come dice Don Luigi Maquignaz solo noi abbiamo potuto vedere

Fiori che, come dice don Luigi Maquignaz, solo noi abbiamo potuto vedere

Dopo, la pendenza aumenta decisamente su roccia più compatta,  si affronta un torrione con passaggi di II grado.

Salita aggirando leggermente a sinistra

Salita aggirando leggermente a sinistra

Proseguendo sulla via di salita

Proseguendo sulla via di salita

Si perviene alla base di un bel diedro che tende leggermente a destra sormontato da un tetto, 3+. È presente un chiodo, noi abbiamo usato anche un friend medio in alto per sicurezza.

Diedro e tetto

Diedro e tetto

Dopo il diedro per rocce, si segue il filo di cresta e in breve si giunge in punta.

Punta Garin 3448 m

Punta Garin,  3448 m

Emilius

Monte Emilius

In cima alla Garin

In cima alla Garin

Ritorno

Dallo spigolo nord della Garin sino al colletto posto a 3300 metri circa.

Discesa verso il colletto con il Rocciamelone sullo sfondo

Discesa verso il colletto

Via di discesa

Via di discesa con l’Emilius sullo sfondo

Stare sulla cresta tralasciando il primo canalone e anche il secondo, in particolare a stagione avanzata, pericolo scariche di pietre, lo abbiamo visto di persona mentre salivamo la cresta.

Stare sulla cresta tralasciando il primo canalone

Stare sulla cresta tralasciando il primo canalone

Procedere anche con brevi risalite fino a trovare una costiera meno erta che permette di scendere verso sinistra, per poi continuare a scendere indirizzandosi leggermente verso la costiera da cui si è scesi, per poi volgere decisamente verso il centro del vallone.

Procedere fino a trovare una costiera meno erta

Procedere fino a trovare una costiera meno erta

N.B. Nella foto il torrione che si vede sulla costiera opposta è appena più in basso del punto in cui siamo sbucati sulla cresta.

Si piega a sinistra verso il centro del vallone

Si piega a sinistra verso il centro del vallone

Discesa, lunga, nel vallone del Lago Garin fino al bivacco, risalita al Col Garin, discesa e percorso nel Vallone dell’Arbolle, risalita successiva al Colle di Chamolé e discesa al rispettivo lago, infine breve tratto in direzione della seggiovia (percorso che sale e scende!).

Materiale: corda da 30, imbrago, alcuni cordini, fettucce e rinvii, meglio avere 2 friend medi, casco.

About author

Roberto Gardino

Sono un insegnante di Educazione Fisica, appassionato di montagna, sempre alla scoperta di nuove mete. Ho fondato, con amici, la Compagnia della Cima. Sono attento all'educazione dei giovani, andando spesso in montagna con gruppi numerosi.