La salita al Visolotto, ardito scudiero del Monviso, è una bella salita su roccia quasi sempre buona in un ambiente severo e solitario, punto più alto Picco Lanino, 3348 m. La via è attrezzata con ancoraggi per corde doppie. La cima è appunto tra il Monviso e la Punta Gastaldi.
Accesso
Risalire la Valle Varaita fino a poco prima di Pontechianale.
Itinerario
Imboccare il sentiero U9 che porta direttamente al Rifugio Vallanta. È possibile imboccarlo dal parcheggio che si incontra prima di raggiungere la diga, posto in corrispondenza di una chiusa idroelettrica, o qualche centinaio di metri più avanti, nell’abitato.
Seguire prima su mulattiera poi su sentiero che costeggia il torrente al centro della valle fino ad arrivare in un paio d’ore al salto finale e raggiungere il Rifugio Vallanta a 2450 m.
Altra possibilità è salire da Pontechianale con la seggiovia fino al Rifugio Helios e portarsi a sinistra verso le Conce, 2429 m, di lì il sentiero, che all’inizio tende leggermente ad abbassarsi, percorre la destra orografica del Vallone di Vallanta con numerosi passaggi attrezzati con corde fisse
e con bella vista sul Viso di Caprera (strada seguita da noi).
Si raggiunge il Rifugio Vallanta.
Itinerario dal Rifugio Vallanta
Dal rifugio per il Visolotto si prosegue in direzione del vecchio rifugio Gagliardone,
poi si scende e si risale nell’evidente canalino solcato da un rio.
Dirigersi in diagonale a destra e risalire la morena, dopo aver scollinato proseguire per nevai e massi instabili,
si vede il colletto tra il Visolotto e il Monviso.
Quindi si continua la salita
e si arriva fino alla conca sotto i caratteristici torrioni detti Cadreghe di Viso.
La cengia di salita è quella che sale obliquamente a sinistra a 45°, partendo dal bordo inferiore della conca che precede appunto le Cadreghe di Viso. Si gira a sinistra verso il Picco Lanino e, innalzandosi per sfasciumi e gradini, si va ad imboccare una rampa rocciosa obliqua a sinistra. Si supera un breve risalto (II), poi si continua a sinistra su una cengia detritica che conduce su un ampio pendio triangolare di pietrame e rocce rotte.
Salendo a zig-zag per piccole cenge e brevi risalti, si giunge al vertice del triangolo.
Qui il pendio si trasforma in canale, incuneandosi tra la cresta sud-ovest e una robusta nervatura della parete sud. Si entra nel canale superando una strozzatura piuttosto ripida (II+), poi si prosegue nel solco roccioso per una ventina di metri.
A questo punto si abbandona il canale, per salire a destra un diedro di 4-5 metri di III+, passo chiave della salita, impegnativo, dal quale si esce su una terrazza.
Si traversa a destra per alcuni metri, poi si sale dritti un lungo canale di rocce articolate, che porta a una piccola spalla dove giunge anche un altro canale.
Si procede facilmente per blocchi e gradini fino ai piedi dell’ultimo breve risalto, che si supera per una breve fessura-camino (III),
si giunge così a un intaglio della cresta sommitale, tra il Pic Coolidge a destra e il Picco Lanino a sinistra.
Si segue la cresta verso sinistra per rocce articolate e dopo alcune decine di metri si arriva in cima al Picco Lanino, a 3348 m, sul quale c’è una croce.
Ritorno
Discesa per la via di salita.
I tratti più difficili possono essere scesi in corda doppia, sfruttando gli ancoraggi già sul posto (sempre da controllare).
L’ambiente è severo!
In alcuni punti si apre la visuale sul Vallone di Vallanta.
Lo schizzo seguente è tratto dal bel libro di Giuseppe Manni Grandi vette e balconi panoramici delle Alpi Occidentali, un libro pubblicato con tiratura limitata nella descrizione della salita al Visolotto.
Itinerario in alcuni punti da ricercare: attenzione agli ometti, quasi sempre utili, ma che in taluni casi rischiano di portare fuori via lateralmente.Materiali: dotazione per via alpinistica, corda, cordini e fettucce, una serie di friends, casco.