Percorso ad anello, da percorrere nel periodo primaverile o autunnale, dal Santuario di Prascondù nel Comune di Ribordone, sopra Sparone in Valle dell’Orco, alla Cima Rosta, 2371 m, e alla Cima Loit e ritorno al santuario. Il percorso della traversata presenta alcuni tratti da percorrere con attenzione quando il terreno è bagnato. Difficoltà E fino al Colle Crest. Ottimo panorama sulle cime delle Valli di Lanzo, di parte della Valle dell’Orco in particolare sul vicino Monte Colombo, sulle cime della Val Soana. Porre attenzione in discesa poiché i pendii sono coperti da scivolosa erba olina.
Accesso
Si percorre la Valle dell’Orco fino a Sparone e si devia sulla strada per Ribordone, poi per Talosio ed infine al Santuario di Prascondù dove termina la strada (tenere da conto che in alcuni punti la stessa è stretta).
Itinerario
Si parte dal piazzale antistante il bel santuario, la cui edificazione è legata ad un fatto accaduto il 27 agosto 1619 al giovane abitante di Ribordone Giovannino Berardi. A lui apparve la Madonna chiedendogli di espletare il voto di pellegrinaggio a Loreto, promesso dal padre affinché il figlio riacquistasse la parola persa l’anno precedente. E al ritorno da Loreto, in corrispondenza di un pilone votivo, Giovannino riacquistò la parola. Il fatto religioso è documentato e riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa Cattolica. La portata dell’avvenimento fu grande e indusse la popolazione ad iniziare l’edificazione di una prima cappella, poi nel tempo fu costruito il Santuario. (La festa si tiene il 27 agosto).
Fanno bella vista a ricordo dell’apparizione le statue della Madonna e di Giovannino.
Si attraversa il ponte e si volge a sinistra, con vista sul santuario, si percorre uno spazio erboso poi il sentiero 565, tacche rosse-bianche del GTA. (Sul percorso si trovano anche ometti e alcuni paletti con segni rossi e bianchi).
Si prosegue per un breve tratto sulla sponda sinistra orografica del torrente per poi attraversarlo su una tavola in legno.
Quindi si sale sulla dorsale ricoperta di betulle e altri alberi fino a raggiungere l’Alpe Barlan posta a 1474 m.
Si continua sulla traccia, attraversando boschetti di betulle, che più avanti aggira a sinistra un evidente sperone roccioso.
Dopo si sbuca su un colletto panoramico sotto l’Alpe Rocco.
L’Alpe Rocco è posta a 1812 m ed è in buono stato, con fontana, si lascia a destra continuando la salita.
Nel percorso bella apertura sul Monte Colombo, la montagna più conosciuta della Valle di Ribordone.
Si prosegue con svolte fino al Colle Crest, 2040 m, che si trova tra la Punta del Vallone a nord-ovest e la Cima Rosta a sud-est con vista su Ronco Canavese.
Dal colle parte una traccia che attraversa in orizzontale il versante meridionale della Cima di Rosta fino ad un grande ometto.
Da questo si devia verso nord con ripida salita sulla dorsale erbosa verso un evidente roccione e poi verso la Cima di Rosta dove c’è una stazione pluviometrica. (Tempo alla cima circa 2,20 ore).
Vista sulla Rosa dei Banchi, nel Parco del Mont Avic: sulla dorsale a sinistra della Rosa dei Banchi c’è prima la Punta dell’Asgelas e poi la Cima di Perazdà.
Inoltre si nota la Torre di Lavina che attira lo sguardo per la sua forma elegante e slanciata, è costituita da due punte: la più alta misura 3308 m, la salita per la via normale si fa dalla Val Soana partendo da Campiglia Soana.
Ritorno con percorso ad anello
Si ridiscende per la strada dell’andata fino all’ometto e poi sempre in costa, prima in discesa si va verso est. (Il sentiero è stato risistemato e in alcuni punti sono stati posizionati dei piccoli tronchi come gradini).
Vista la stagione primaverile ricca fioritura di Crocus vernus (zafferano maggiore), piante bulbose erbacea, perenni, appartengono alla famiglia delle Iridaceae. Gli Inglesi lo chiamano Spring Crocus.
Si scende poi al Pian delle Masche a 1917 m.
Lo si attraversa il piano verso destra e si supera un intaglio, per poi proseguire in leggera ascesa fino alla Cima Loit, 2035 m.
Dalla cima noi siamo scesi seguendo l’esile traccia, prima sulla cresta in direzione SSO e poi a destra in un rado boschetto, abbastanza ripido, su traccia poco chiara anche per la neve residua.
Si aggiunge prima una baita diroccata, poi si arriva alla Baita Belvedere, posta in bella posizione a 1778 m.
(Nota: il percorso non è univoco dalla Punta Loit alcune descrizioni consigliano di seguire il crestone, evitando un tratto roccioso sulla sinistra e passando dall’Alpe Belvedere poi dalla Cima Saler, 1818 m fino all’Alpe Saler. In questo caso nella prima parte si è fuori traccia).
Dalla Baita Belvedere su terreno con poca pendenza si va all’Alpe Saler, 1700 m. Da lì parte il sentiero più basso che si segue in senso contrario a quello prima percorso.
Si passa nel bosco con bella traccia che poi scende con decisione a zig zag e solo nella parte finale si allarga.
Al termine si ritorna al Santuario di Prascondù. (Il percorso complessivo è di quasi 10 Km).
Materiali: normale dotazione escursionistica, in caso di neve avere con sé ghette e ramponcini.