Sulla bella costiera orografica destra della Val Thuras si trova la Punta Marin, 3202 m; la lunga dorsale sale dal Monte Furgon e poi in successione alla Punta Muta e Gran Roc, Roc del Boucher, Punta Ciatagnera, Cima del Pelvo, Punta Serpentiera, Punta Tre Merli, Punta Marin e termina con la Ramière Nell’itinerario descritto si percorre la lunga cresta che scende dalla cima verso sud-ovest tra il Vallone di Rio Secco Chalvet e quello che conduce al Colle della Ramière.
Accesso
Raggiunta Cesana si percorre la strada provinciale che collega l’abitato di Cesana Torinese con Sestriere passando per Bousson, quindi poco oltre un bivio per il Lago Nero si imbocca sulla destra la strada per la località Thuras e la si percorre fino a un tornante sotto l’abitato. Giunti a questo punto, si lascia la strada principale per la sterrata che risale la valle arrivando all’abitato di Rhuilles, 1657 m, che si supera e, trascurata la strada che sulla destra attraversa il torrente Thuras, si può continuare su strada stretta fino alle Grange Thuras Inferiori, che sono semidistrutte, poi, con un mezzo adatto, superato il ponte
fino poco oltre le Grange Turràs dove si parcheggia.
Itinerario
Si percorre per un lungo tratto la strada militare che va verso il Colle di Thuras, (indicazione sentiero 618) in mezzo ad un lariceto che man mano si dirada.
(Avendo fatto la salita in autunno i colori verde tenue, giallo, dorato dei larici erano spettacolari).
Si raggiunge una zona in cui la strada sale tenendosi sulla sinistra orografica e la si lascia per percorrere un tratto di sentiero su traccia che si avvicina al fiume. Sul versante orografico destro c’è il Vallone del Rio Secco Chalvet (è il penultimo da quel lato, prima che si diparta quello che conduce al Colle della Ramière solcato il sentiero 622). Quindi si scende in diagonale e si attraversa il Torrente Thùres.
Si risale un ripidissimo pendio erboso (vaghe tracce di bestiame), spostandosi progressivamente a destra del Rio Secco Chalvet per risalire ripide e faticose chine che conducono sulla cresta sud-ovest.
Nella salita, quando il terreno si fa meno erto, appare al fondo del vallone la Punta Tre Merli, 3250 m.
Nel percorso abbiamo visto due aquile volteggiare sopra di noi.
Si raggiunge la cresta che presenta oltre a macchie di erba anche pietrame: prima è ripida, poi la pendenza diminuisce.
Alle spalle la cresta che va dalla Punta Merciantaira alla Terra Nera.
Quindi si continua per un lungo tratto o sulla cresta o leggermente a destra della stessa, passando accanto ad una serie di asperità rocciose, tra cui un caratteristico dente,
ed infine su facili roccette si raggiunge la cima della Punta Marin.
In cima
Sulla cima c’è una croce, non integra, ma spezzata.
Ampio il panorama, dominato dal Monviso con in evidenza il Dado di Vallanta,
vicina al Viso l’affilata cresta della Crête de la Taillante, che è stata definita dal Coolidge uno dei più singolari picchi delle Alpi ed è ritenuta la più bella montagna del Queyras per la sua caratteristica cresta dentellata e tagliente come una lama di coltello, il toponimo deriva da quest’aspetto.
In Francia spicca il Massiccio degli Écrins con la Barre des Écrins e la Grande Ruine al centro.
Lontano si vede il Monte Bianco.
Molto vicina è la Punta Ramière, 3304 m, che chiude la valle, con il versante a nord sulla Valle Argentera imbiancato.
Ritorno
Per la via dell’andata.
Materiali: normale dotazione escursionistica.