Massiccia montagna posta sul versante orografico destro della Valle del Lys: il Mont Nery (o Becca di Frudiera), alta 3075 m; salita lunghissima partendo da Issime, primo giorno al Bivacco Cravetto nel vallone di Stolen e poi il secondo giorno alla cima. Tra i primi salitori si annovera l’Abbé Amé Gorret.
Accesso
Si percorre la Valle del Lys fino ad Issime e verso il temine del paese a destra di fronte alla scuola c’è un ampio parcheggio.
Itinerario al Bivacco Cravetto
Quindi si attraversa la strada regionale e si percorrono poche decine di metri, verso la piccola frazione di Cugna e a destra inizia il sentiero per i Bourines (segnavia GSW e numero 2).
Si sale il bel sentiero selciato e gradinato, la pendenza è decisa. Poi si arriva all’oratorio della Piccola Croce (originario del XVIII secolo).
Il percorso è prevalentemente in ombra, si supera una passerella in legno.
Più avanti si attraversa il torrente (Stolenbach) su un ponte e si riprende a salire sul sentiero selciato (quando lo abbiamo percorso, pochi giorni prima della gara vertical, l’erba era stata tagliata e c’erano le indicazioni del dislivello e distanza percorsi). Si ignora la traccia per i Bourines e a quota 1540, su di un panoramico dosso da cui si vede il fondovalle, c’è una colonna in cemento.
Quindi si piega a sinistra e si percorre un bel tratto a mezzacosta incontrando alcuni alti larici fino a sbucare in un’ampia radura dirigendosi verso il costone erboso posto di fronte al senso di marcia. Si sale con bella traccia e con ai lati numerose piante di lamponi rossi.
Nel percorso si arriva all’alpeggio di Mūhru dove ci sono le indicazione per San Grato (segnavia 1B) e su pendii erbosi ci si avvicina ad una grande croce formata dai ruderi di un pilastro e da una trabeazione (già visibile dalla radura).
Nell’ampia conca si toccano le rovine di Pianhi, poi si incontra un crocevia, a destra si va verso Col Chaster, dopo poco si raggiunge finalmente il Bivacco Cravetto, un interessante esempio di recupero di parte delle baite dell’Alpe Chlekch. Dotato di 6 posti letto è gestito dal CAI di Gressoney. Per il pagamento della quota rivolgersi al Bazar Thedy a Gressoney La Trinité. Davanti al bivacco c’è una fontana.
Itinerario al Mont Nery
Dal bivacco si parte passando a lato e poi sul retro dello stesso per vaghe tracce (qualche ometto) tra rocce montonate. Abbiamo scelto il percorso che punta al colletto erboso a 2609 m, posto tra le due piccole guglie che precedono l’ampio ripiano erboso alla base del pendio sud-ovest del Mont Nery.
In vista dell’intaglio, si risale decisamente tra le zolle di erba olina, c’è qualche sbiadito bollo giallo.
Al colle la vista si apre sulla Valle d’Ayas e su molte delle principali montagne della Val d’Aosta. Bella apertura sulle Dame di Challand: la Becca di Vlou e la Becca Torché.
Lontano si impone allo sguardo il Monte Bianco.
Si scende per qualche metro sul versante Ayas attraverso un passaggio agevole tra le rocce, vicino alla guglia di sinistra. Poi si piega verso destra e su rocce ed erba si raggiunge l’ampio pianoro. Dopo si riprende a salire decisamente seguendo gli ometti, mantenendosi sulla destra dell’ampia distesa di detriti.
Occorre fare attenzione nella parte finale a non andare troppo a destra dove ci sono lastroni lisci ed infidi, in particolare se bagnati.
Su terreno scomodo si raggiunge il crinale sommitale della nostra montagna, da lì il panorama è spettacolare.
Vista sul Massiccio del Monte Rosa con il Lyskamm occidentale, Piramide Vincent, Punta Giordani…
Bella vista del lontano Cervino.
Il percorso è stato attrezzato in alcune parti con corde fisse dalla guida alpina Fraschey per facilitare i passaggi sotto cresta.
L’ultimo passaggio con corda fissa è il più delicato (II) perché si scende e si supera una placca un po’ esposta e inclinata, dopo si sale un tondeggiante risalto.
Ed infine per cresta si raggiunge il grande ometto di vetta.
In cima
Panorama spettacolare, in basso i laghi di Frudière.
Vista della sommità e della cresta che precede la cima
Ritorno
Per la via dell’andata, facendo attenzione a reperire i vari ometti (altrimenti come è capitato a me si rischia di scendere troppo e trovarsi su rocce lisce). Dal grande ripiano siamo scesi abbastanza presto a destra, tratto più impegnativo attrezzato con una corda fissa. Al temine si attraversa una zone di dirupate rocce, si ritorna al bivacco seguendo per un lungo tratto il tubo che porta al bivacco stesso l’acqua.
Dal bivacco si percorre la strada dell’andata. Tenere da conto che in discesa il dislivello dalla cima a Issogne supera i 2100 metri.
Materiali: siamo saliti con la normale dotazione escursionistica e il casco.